Associazione Fondazione LUCIANO MASSIMO CONSOLI

21 febbraio 2008

intervista a Marina Gatto

Marina Gatto è figlia di due mamme lesbiche e attivista per i diritti LGBT

Marina, hai solo 15 anni, non sei lesbica, perché sei così coinvolta nei diritti LGBT?

Perché ho due mamme. E' da quando avevo 9 anni che mi considero un'attivista. Le mie mamme mi hanno sempre coinvolta nella loro lotta per l'uguaglianza dei diritti per le persone e le famiglie LGBT, mi hanno sempre portata ai gay pride e sono molto orgogliose di me. All'ultimo gay pride di Grand Marshall poi ho conosciuto un sacco di persone interessanti e molto note nel mondo politico, questo perché sono soprattutto una educatrice. Educo alla diversità, insegno la tolleranza, perché anch'io ho subito molte discriminazioni dalla mia infanzia fino ad ora.

Che genere di discriminazioni?

Beh, a cominciare da casa mia, dove abbiamo delle bandiere dell'orgoglio gay appese all'esterno. Molti hanno tentato di bruciarle, spesso sono riusciti a strapparle, molte volte ci è stata rigata la macchina, ci hanno tirato del pattume in giardino. Mia madre non poteva neanche sedersi sulla panchina che dava sulla strada perché veniva insultata dalle macchine che passavano con ogni genere di offesa. Questo è quello che affrontiamo nella vita di tutti i giorni. E questo mi ha anche reso molto più forte e agguerrita e mi ha spinto a lottare per l'uguaglianza dei diritti. Inoltre ho anche subito discriminazioni dai leader politici della mia comunità. Per esempio il responsabile del mio distretto venne sapere che mia madre era lesbica, aprì un fascicolo su di me strettamente confidenziale e lo diede a mio padre biologico, spingendolo a prendermi in custodia. Padre che io non ricordo neanche di avere avuto e con cui non ho mai avuto contatti. E tutto questo solo per le sue convinzioni religiose. Io ora vivo ancora con le mie mamme per fortuna, e l'unica cosa che è uscita da questa lotta è stata solo il nostro esaurimento nervoso. E ancora oggi non ho mai contatti con mio padre, sono sempre stata cresciuta dalle mie mamme che si sono sempre prese cura di me, ho un fidanzato da due anni, vado bene a scuola e pratico molto sport. Penso di essere l'esempio lampante che è l'amore a fare una famiglia non i ruoli fissi dei genitori.

Mi è capitato spesso di leggere sulla stampa di studi che proverebbero che un bambino sta meglio con la figura di un padre in casa!

E' solo uno stereotipo. Uno studio dell'Associazione Pediatrica Americana per esempio dimostra che non ci sono differenze di crescita tra i figli delle famiglie eterosessuali e quelli delle famiglie LGBT. Ogni giorno mi sento dire che l'esistenza di questi studi proverebbe che questo tipo di genitori possono rendere il figlio omosessuale. Niente di più assurdo, per esempio io non sono lesbica. Una ricerca afferma addirittura che anche il coming out in famiglia per un figlio è ugualmente difficile sia per le famiglie LGBT che per quelle eterosessuali. E questa è una cosa interessante.

E sai da dove scaturiscono questi studi o queste cripto-ricerche sui bambini?

Non so proprio da dove provengano le ragioni per le quali si dimostri una certa teoria. Ma so che la ragione per cui io faccio tutto questo attivismo è perché so che le persone hanno spesso molta paura di capire. Allora insegno, educo, offro esempi di discriminazione nella mia famiglia. Non so proprio a cosa mirino questi studi ma, ripeto, sono l'esempio lampante di come può essere cresciuta bene una figlia in una famiglia LGBT. Sono stata coinvolta in prima linea nell'ultimo gay pride, ho conosciuto un sacco di persone carine, come Amistead Maupin (noto scrittore gay americano, Rizzoli ha pubblicato in Italia i suoi "Racconti di S. Francisco" N.d.T.). Sono spesso a Sacramento per promuovere costantemente un miglioramento della legge sulla convivenza domestica e altri diritti per le coppie LGBT.

Parlami pure di questo fatto.

Si, perché è una questione molto importante per me perché una delle mie mamme non è di questo Stato e per stare qui deve andare a scuola e pagare da immigrata 30 volte di più di quanto pagano i cittadini americani per frequentare l'istituzione scolastica. E' molto difficile per noi.

Quindi la AB 205 le permetterebbe di restare?

No, per la nostra famiglia non cambierebbe molto in questo senso. Ma questa legge aiuta molte altre famiglie in diversi aspetti. Per esempio in caso di morte di una delle due, l'altra persona avrebbe il diritto di reclamarne il corpo.

Per me le mie due mamme sono già sposate, anche se legalmente non lo sono. Quindi la AB 205 ci offre qualche diritto di base in più. Tipo, se la mia mamma non biologica fosse ricoverata in ospedale, con questa legge potrei farle visita. Ora non posso.

E non può adottarti?

No, perché non è una cittadina americana. Infatti se mia madre biologica morisse, io sarei allontanata con forza dall'altra mamma che mi ha cresciuto, e forse non potrei neanche rivederla. E questo solo perché i miei genitori non si possono sposare.

Quindi la AB 205 non aiuta con l'immigrazione. C'è invece qualcosa in atto per risolvere questo problema?

Si, so che in Canada, a Toronto, e in Ontario hanno legalizzato i matrimoni tra persone dello stesso sesso. E confido nell'esito positivo in Massachusettes. E' vero, ci vuole tanto tempo, solo nel 1967 è stato legalizzato il matrimonio tra persone di razze diverse. Ma questi sono problemi che vanno presto risolti perché sono prioritari per molte persone. Ora sono i matrimoni tra persone dello stesso sesso ad essere considerati innaturali, come lo erano un tempo quelli interraziali, che ora sono considerati abitudinari. Anche i matrimoni tra persone dello stesso sesso devono considerarsi normali.

E pensi che succederà?

Certo. Da parte mia faccio tutto il possibile, anche parlando con una sola persona e facendole cambiare opinione, questa persona può influenzarne molte altre. Penso che insegnare l'amore sia importante e fondamentale. Noi tutti conosciamo l'odio e gli effetti dell'odio, tutti hanno in mente l'11 settembre. Quindi insegnare ad amare, ad accettare il diverso e l'uguaglianza per tutti è per me priorità assoluta.

E per quanto riguarda la scuola, sei mai stata molestata?

Mi ricordo un fatto avvenuto quando ero alla scuola media privata. Al tempo temevo che i miei compagni costituissero il problema. Ma lo furono gli insegnanti. In occasione della presentazione del mio albero genealogico in classe, fui impossibilitata a presentarlo perché la mia insegnante mi negava la possibilità di avere due madri. Così per eseguire un semplice compito in classe, dovevo sempre inventarmi un padre immaginario. E questo solo per soddisfare le convinzioni personali dei miei insegnanti. Forse ora, grazie a quello che faccio, riuscirò a rendere più facile la vita a qualche figlio di coppie LGBT. Un altro avvenimento emblematico è stato il giorno del mio diploma. Ero così fiera di essere accompagnata in chiesa dalle mie due mamme (perché da noi è tradizione così), anche se i preti scuotevano la testa e gli altri genitori mormoravano. Ma per me fu una giornata storica.

A quanto pare quindi, finora non mi hai raccontato di avere avuto problemi con i tuoi coetanei!

Si, perché non ho mai cercato di nascondere la verità, e non ho mai dato loro ragioni per prendermi in giro. Alle volte mi dicevano pure che anche loro avrebbero voluto due mamme. Questo da bambina mi ha aiutato ad essere orgogliosa della mia famiglia.

Quando sei nata, le tue mamme stavano già insieme?

No, io sono nata da un regolare matrimonio eterosessuale e quando ero molto piccola i miei si sono separati. Mia mamma si è sempre presa cura di me. Poi, da quando avevo 6 anni, è arrivata l'altra mamma e da qual momento mi sono sentita in una vera famiglia. Proprio perché le mie mamme provengono da contesti culturali diversi, una è turca, l'altra proviene da El Salvador, mi hanno aiutato ad essere proprio quella che sono. Non solo per il mio attivismo, ma per la mia apertura mentale. Sono aperta a tutte le culture, tutte le religioni, le razze e mi sento molto fortunata ad esserlo.

Ti sei mai sentita costretta a forzare il tuo comportamento verso gli altri e renderti più "femminile" a causa delle tue mamme lesbiche?

Assolutamente no. Mia madre mi ha sempre insegnato ad essere me stessa e ad essere orgogliosa di esserlo. Per esempio, recentemente al mio liceo mi si è ripresentato il lavoro sull'albero genealogico ed io ero molto nervosa per paura della reazione della professoressa. Stavolta presentai il lavoro alla classe e la mia insegnante accettò con molta disinvoltura il fatto che io avessi due mamme. Questo è l'atteggiamento degli insegnanti che preferisco. Perché loro sono molto importanti per il tono globale che assume un istituto o un corso di studi.

Sembra quindi che ogni cosa che hai intrapreso sia una prova che la tua famiglia sia veramente buona!

Si, e continuerò su questa strada. Sono fiduciosa che presto le mie mamme si possano sposare legalmente e che io diventi la loro figlia legittima.

E ci sono altri bambini nella tua situazione? Hai idea di quanti siano? Li hai mai incontrati?

Si stima che in tutto i genitori LGBT e i loro figli che vivono con loro siano intorno ai 9-13 milioni di persone negli Stati Uniti. Quindi sono molti di più di quanto si possa credere. Dico sempre che, se tutte le persone LGBT del mondo si alzassero e dichiarassero apertamente la loro identità ci troveremmo più amici, conoscenti e colleghi di lavoro magari, più di quanti ce ne immaginiamo. E allora ci accorgeremmo che la nostra opinione su di loro non cambierebbe perché resterebbero comunque le stesse persone che abbiamo frequentato fino a quel momento.

Ti porto un esempio dall'ultimo gay pride. Dopo essere intervistata dai media, mi annunciarono che sarebbe arrivata una persona importante dopo. Vidi che era Bill Simons e decisi di parlarci. Mi presentai dapprima come un'attivista (ma non specificai di cosa), che frequentavo un college femminile e lui da subito fu molto interessato e simpatico con me. Gli presentai anche mia madre, ma quando gli feci conoscere la seconda ci restò di sasso, ma rimase cordiale. Lo invitai anche alla sfilata ma lui disse che doveva incontrare Bush. Io scherzai dicendo che poteva portarci anche lui. Finimmo col parlare molto, in maniera amichevole, Bill Simons, Amistead Maupin, le mie mamme ed io, e fu una conversazione molto bella ed interessante, perché tutti riuscivamo a tenere la mente aperta malgrado le divergenze di opinioni.

E nella storia del tuo attivismo, riscontri qualche cambiamento positivo?

Si, la legge AB205 ne è un esempio. Lavorare insieme alle altre numerose associazioni per l'uguaglianza dei diritti è grandioso.

E ci sono stati dei cambiamenti sul modo in cui vieni trattata tu e la tua famiglia?

Si soprattutto quando insegno. Molti vogliono i miei dati per tenersi in contatto e mi dimostrano simpatia. Con loro parlo molto dello slang che viene usato per definire una persona LGBT. Mi accorgo che spesso non conoscono neanche il significato di queste offese, sanno solo che definiscono qualcosa di sbagliato. E spiego come queste parole possono urtare violentemente le vite di molte persone, e sia gli studenti che gli insegnanti spesso realizzano di non averci mai riflettuto tanto. Quindi piano piano è possibile aprire una mente alla volta, con pazienza.

Hai invece conosciuto ragazzi i cui genitori non vivono apertamente la loro omosessualità? Come interagiscono con il mondo?

Faccio parte di un gruppo che si chiama "Figli di Genitori Gay e Lesbiche", qui noi figli condividiamo le nostre esperienze. E' vero, molti mi chiedono che motivo abbiamo di essere così apertamente dichiarati se ci bruciano le bandiere e di fanno del male. Io rispondo sempre che qualcuno deve fare qualcosa per cambiare e noi figli dobbiamo riuscire insieme a cambiare il mondo, per noi e per le nostre famiglie.

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