Associazione Fondazione LUCIANO MASSIMO CONSOLI

18 aprile 2008

RESA DEI CONTI NEL PRC

«Va ricostruito il ruolo di Rifondazione in questa fase - continua il ministro - se si dissolve questo partito, che è la roccaforte della sinistra, il resto lo raccogliamo con il cucchiaino. Siamo finiti contro un muro, non si può accelerare...». Considerazioni condivise dall'area Essere Comunisti di Claudio Grassi, che al cpn potrebbe far fronte comune con i ferreriani, e dall'Ernesto, da giorni esplicito nella richiesta di dimissioni della segreteria. Con quest'area si schiera anche Ramon Mantovani, allo scorso congresso in maggioranza bertinottiana, poi sempre critico con il processo unitario a sinistra.

Resta da vedere se al comitato politico del weekend si andrà alla conta interna. Di certo, la maggioranza di Giordano non ha gradito "l'assalto" del ministro già nella segreteria di martedì. «Le responsabilità sono di tutti - è il ragionamento - non solo del segretario. Vogliamo parlare del governo? Anche il capo delegazione del Prc ha le sue responsabilità. Presentarsi come il nuovo per far apparire gli altri come il vecchio è una modalità veltroniana». Insomma, no al cannibalismo interno. Michele De Palma della segreteria la spiega in questi termini: «Il primo modo per non dissolvere Rifondazione è evitare la caccia all'uomo. Il punto non è spazzare via qualcuno, le responsabilità sono collettive, non ci sono vendette da consumare. Rifondazione ha un dovere per se stessa e uno in più verso l'esterno: verso chi è rimasto orfano della sinistra».


Non basta un'aggregazione stile Sinistra Europea: la maggioranza Giordano-Bertinotti insiste su questo punto. Il tema è «ricostruire la sinistra nella società, costruire le condizioni per un'accelerazione per non lasciare isolate le persone di sinistra», dice il capogruppo alla Camera Gennaro Migliore. Rimettere in sesto l'area, insomma, e arrivare ad un soggetto nuovo nel quale i processi decisionali non siano affidati solo a Rifondazione ma a tutti coloro che liberamente scelgano di farvi parte. «Va affrontato il problema su che cos'è oggi la sinistra in questo paese - aggiunge Migliore - Ripartire da un dato elettorale così basso significa avere la consapevolezza di ripartire dalla società, ma la discussione avverrà dentro il nostro partito, che è un patrimonio assai importante per la costruzione della nuova sinistra».


«Bisogna invece pensare ad un'altra forma unitaria, ad esempio ad un coordinamento - reagisce l'ex Dp Giovanni Russo Spena, presidente dei senatori del Prc - Anche la federazione può essere uno strumento utile. Ma è assolutamente necessario che Rifondazione non si sciolga. Se Giordano dirà queste cose, saremo con lui. Altrimenti io voterò contro».


La parola "golpe interno" viene in mente a qualcuno, nei corridoi la si pronuncia a denti stretti per dire che «nessuno vuole sciogliere Rifondazione» e che il percorso congressuale è la procedura corretta da seguire. Alfonso Gianni, protagonista con Ramon Mantovani dei duelli più accaniti delle direzioni e dei cpn degli ultimi mesi, riflette sull'aggregazione di anime che danno battaglia alla gestione Giordano. «La cosa più mortificante - dice - è vedere un multiforme cartello di persone, che fino a ieri hanno litigato tra loro, unirsi contro il segretario visto come capro espiatorio di una responsabilità che invece è collettiva e ben distribuita».


Se Sinistra Democratica sta a guardare, il resto della sinistra non lo fa. Per i Verdi suonano sempre più forti le sirene del Pd. Il responsabile Ambiente del partito di Veltroni, Roberto Della Seta, lancia un appello esplicito al "Sole che ride": «Confluite nel Pd, è qui lo spazio naturale per un ambientalismo efficace». Le risposte sono diverse. Paolo Cento e Angelo Bonelli fanno gli interessati: «Il dialogo con il Pd è fondamentale: non è un nemico, ma un alleato fondamentale per il bene del Paese». Picche invece da Grazia Francescato e Loredana De Petris. «No grazie. Apprezziamo, ma restiamo Verdi - dice la prima - Continueremo a difendere l'ambiente: oggi dentro la Sinistra l'Arcobaleno, oppure da soli. Ma a deciderlo sarà il congresso di ottobre». I Verdi, dice la De Petris, «non sono in vendita. Noi abbiamo investito con convinzione nel progetto della Sinistra l'Arcobaleno e l'elettorato ci ha dato un segnale negativo. Siamo convinti che l'identità Verde ed ecologista potrà proseguire in un progetto più ampio: o in una Sinistra l'Arcobaleno da rinnovare e rilanciare o in un progetto di profilo marcatamente ecologista. Riflessione che faremo nelle prossime settimane».

Angela Mauro [Liberazione]

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