Associazione Fondazione LUCIANO MASSIMO CONSOLI

30 aprile 2008

RiCribbio

Ricordate il post di qualche giorno fa': " CRIBBIO di Carla " (Turolla)?

C'è un interessante seguito che vi invito a leggere con la massima attenzione, o voi gay, lesbiche e affini. Carla a mio avviso centra con grande chiarezza e precisione il nocciolo della questione nella quale l'intera area GLBT, ma sopratutto Gay (maschi), può ritrovare le motivazioni profonde di una buona parte delle proprie contraddizioni non affrontate e non risolte. Che sono proprio quelle che hanno impedito ( e fin dagli anni '70 ...) al cosiddetto movimento per i diritti GLBT di spiccare il volo verso la libertà, e che spesso ho contestato ad amic** e "compagn** di strada e di lotta, collezionando molto spesso inimicizie profonde e ulteriore emarginazione.

Mi fa enormemente piacere che Carla, che ha parecchi anni meno di me, ma che certamente non ha né gli occhi né il cervello oscurati dalla religione ( religione di chiesa o di partito o di gruppo è la stessa ..) ci faccia il regalo di questa analisi logica e grammaticale così stringente.

Facciamone buon uso, mettiamoci una volta tanto davanti allo specchio non per vedere il nostro esterno, ma quello che "siamo sotto la pelle".

E magari riusciamo a superare la paura di tirarlo fuori !

ALBA

[29 aprile 2008]

Grazie della solidarietà.

In effetti quando ieri mattina, testimoni-munita, mi sono presentata nel salone di via Larga, chiacchierando a cicip e ciciap con il giovin impiegato, mi ha detto più o meno le stesse cose: che quelli di piazzale accursuio sono stati poco accorti, che potevo arrivare con chi mi pareva ecc ecc.

A dire il vero ho vissuto tutta questo turbinio di burocrazia non come grave sopruso ma, per l'appunto, come turbine burocratico.

L'impiegata - che ha fatto tutta la possibile confusione fra colleghi-si e figli-no - continuava a dirmi "no, signora io non la riconosco" mentre io quasi urlavo dicendo "mi chiamo CARLOOOO"... Insomma a parte il fatto del mio stress per volere quella maledetta carta d'identità che mi avrebbe fatto avere il permesso di guida per andare al lavoro, di per se la situazione era paradossale: io che ho i documenti maschili (perchè non sono operata) andavo fuori dai gangheri perchè quella non mi riconosceva come carlo.

L'ovvia soluzione a una situazione del piffero come quella che mi è capitata è una leggina che mi permetta di chiamarmi col mio nome - o almeno con un nome adeguato a come appaio.

Ma la discriminazione è un'altra cosa.

La discriminazione è davvero un'altra cosa. E' un filo più sottile e profondo che passa negli interstizi della società e fa della tua diversità un "monstrum", un evento che da mostrare alla pubblica curiosità, molto al di là della individuale capacità di testimonianza ("martiryon" secondo l'etimo del greco classico) di una vita integra.

Io mi ritengo fortunata: escluso un solo ed unico caso, non ho mai perso clienti, commesse o lavori a causa della mia condizione: mi è sempre andata bene - anche con i cattolici del Messaggero di Sant'Antonio o con i Paolini di Famiglia Cristiana.

Ma occhi curiosi, domande un po' troppo idiote per essere ingenue, inviti troppo sfacciati per essere sinceri, e mille altre occasioni del genere, quelle ne ho a chili da raccontare.. ..

C'è un problema di leggi: basterebbero poche cose (e ideologicamente poco impegnative) per rendere la vita alla gente come me un poco più semplice.

C'è un problema di gestione del quotidiano: io non posso scegliere se fare o non fare coming-out: la mia vita è un coming-out permanente, a dispetto della "passabilità" e "credibilità" che mi viene riconosciuta, se non fosse altro perchè la maggior parte della gente che conosco e frequento, le mie referenze e le mie credenziali risalgono in buona parte al mio passato maschile.

C'è un problema di stigma: quante volte mi sono sentita dire "lei non è una trans come le altre".... e un sacco di altre cose del genere.

E infine c'è un problema di weltanshaung, di visione del mondo.

Io credo che la questione dell'identità di genere è questione centrale della nostra cultura.

Questione dell'identità di genere nel senso pieno del termine: il genere come base dei costrutti ideologici che sottendono le società degli ultimi 8000 anni, dalla rivoluzione agricola in poi.

La centralità della questione del genere la aveva capito benissimo Simone de Beauvoir e Jaen-Paul Sartre; non lo ha capito il movimento gay (forse per troppo maschilismo) .

Io mi incazzo come una bestia quando sento dire (come mi è accaduto di recente anche in questa lista) che la centralità della condizione gay è liberatoria per tutto il movimento glt. Stupidaggine immane.

La questione centrale è la questione del genere e del rapporto fra sesso e genere.
Questa è stata la conquista del movimento femminista, questo è quello che è negato dal mondo gay in nome di un maschilismo imperante: molta strada toccherà ripercorrere prima di tornare alla luce.

'notte, kiss carla

ps: quanto a tutto il casino burocratico, non me lo posso evitare: non sono operata - anche se ho la sentenza in tasca - e quindi per la legge italica sesso e nome sono e restano maschili. piaccia o meno. Non mi posso evitare la fila sbagliata al seggio elettorale, non posso evitare di sentire vusar sù el dutùr alla ASL... non posso evitare 1000 cose. Figuriamoci un impiegatuccio del comune...

2 commenti:

carla turolla ha detto...

grazie della considerazione.

E grazie anche del fatto di considerarmi una ragazzina. Tuttavia temo che in questo caso ci sia un errore: vado per i 58 (mi si dice passabilmente portati) ma sempre 58 primavere esse sono
:-(

carla

AMg ha detto...

Non ringraziarmi, fa piacere leggere chi parla chiaro e senza ipocrisie, con tutta la sua dignità.

Quanto alle tue 58 primavere, sei comunque più giovincella di me, anche se non troppo
:-)
E se non mi sono resa conto che hai dei figli, grandi da farti da testimoni all'Anagrafe, forse sto cominciando a...perdere qualche colpo, sigh

Comunque le tue disavventure con la burocrazia dimostrano senza ombra di dubbio che almeno in questo non si fanno troppe differenze, ma è una "parità" che non è quella che pretendiamo!!
alba