Associazione Fondazione LUCIANO MASSIMO CONSOLI

20 maggio 2008

MARA CARFAGNA [P(A)ERI]PATETICA OPPORTUNISTA

Pari opportunità? Ma de che … ?

Ho appena letto le affermazioni della 'signorina' Mara Carfagna intrisi di squallide banalità dettate dal pregiudizio e dalla ignoranza, ma come si fà a dire che in Italia i gay non sono discriminati e sono perfettamente integrati,(12 omocidi negli ultimi due anni, suicidi, pestaggi, bullismo....) e naturalmente sottolineando che mai e poi mai dovranno avere diritti del tipo riconoscimento dei loro legami.... (qualcuno le dica che dovrebbe essere il ministro alle pari opportunità! ma quali? Probabilmente si riferisce solo alle sue opportunità! ).

Tali affermazioni sono state accolte con una dichiarazione entusiasta da un rappresentante dell UDC l'incompreso Volontè che riesce ad avere un po di luce sui giornali solo per le sue affermazioni discriminartorie sui gay, ( ma oltre a questo quali cose fà? boh!? mistero..... ) Cmq. la 'Signorina' Carfagna da un paio di anni si è camuffata con uno stantio look stile Pivetti anni 90, caschettino e tayerini castigati, ma come è seria... certo adesso è arrivata dove voleva, (anche perchè nel mondo dello spettacole forse avrebbe probabilmente avuto vita breve, basta vedere i provini trasmessi da Striscia la Notizia) ma solo fino a qualche anno fà la 'signorina' ostentava la sua sessualità, ma si sà, lei lo faceva per lavoro, non come al Gay Pride che lo si fà gratuitamente 'solo' per dei diritti.......

Ecco alcune foto prese da internet che danno una idea della solida preparazione e gavetta politica della nostra nouvelle 'Jeanne D'Arc'! Naturalmente da questa 'signorina' come da altre,( leggi Moratti, Mussolini, Binetti, Formigoni, Santanchè, e parrocchiette varie) non accetto lezioni di morale....

Un cordiale saluto.

Giorgio Piccinini [Centro Studi Ulrichs]

Mara: Ministro della fantascienza

Dopo la minestra riscaldata dell’ostentazione e della sobrietà che ricorda molto le assurdità sulla violenza sessuale alle donne da condannare ma che “se si sono messe la minigonna, allora se la sono cercata”, la Ministro delle Pari Opportunità Mara Carfagna torna a parlare del Pride dimostrando approssimazione e poca sensibilità.

Preme innanzitutto chiarire che il patrocinio ai Pride non viene certo richiesto per la manifestazione ma per le iniziative culturali che lo accompagnano, in piena linea con quanto la Ministro si direbbe pronta a fare. Mentre le richieste politiche e legislative non possono essere certo ridotte al riconoscimento delle coppie omosessuali, pur centrale, ma vanno da normative antidiscriminazione in linea con gli altri Paesi europei a norme contro la violenza omofoba e transofoba, a norme che rendano meno traumatico e più agevole il cambio di identità anagrafica per le persone trans, al diritto di asilo per le persone perseguitate in altri paesi, al ricongiungimento anche delle coppie dello stesso sesso come previsto dalla normativa comunitaria, al contrasto a ogni forma di discriminazione, razzismo, sessismo, violenza contro le donne. Tutte richieste che un Ministro delle pari opportunità dovrebbe valutare e studiare con attenzione e impegno prima di bollarle dicendosi frettolosamente in disaccordo.

Con tutto il rispetto per la fortunata cerchia di amicizie gay della Carfagna, gli strumenti di cui si avvale un Ministro per valutare la presenza o meno di violenze o discriminazioni per le persone glbt dovrebbero essere un po’ diverse dalle chiacchiere in libertà con qualche conoscenza personale, e basarsi piuttosto su ricerche, studi e, non da ultimo, proprio sull’esperienza delle associazioni che si confrontano quotidianamente con questi problemi sul territorio.

Del resto negli ultimi anni si è registrato un incredibile e preoccupante aumento delle violenze psicologiche, verbali, fisiche e politiche di cui solo una piccola parte viene in realtà denunciata e ancora meno diffusa dai media. Solo qualche settimana fa un gruppo di oltre dieci giovani ha attaccato la nostra sede al grido di "Froci Raus", e invocando fascismo e campi di concentramento. La Ministro è smentita persino da numerosi esponenti politici del suo stesso schieramento, che non si sono risparmiati dichiarazioni o comportamenti pesantemente e violentemente discriminatori (es: Calderoli, Prosperini, Ciarrapico, Gentilini, Fini, Alemanno, Giovanardi).

Di fronte a questo quadro fosco la cosa ancora più preoccupante è il pressapochismo di chi dovrebbe occuparsi seriamente di questi problemi, evitando offensivi ideologismi e inutili paralleli tra categorie di persone colpite da discriminazioni come se si potesse istituire una graduatoria o una guerra tra vittime e discriminati. Discriminare tra discriminati non è decisamente una buona partenza per il neo ministro della Pari Opportunità!


Carfagna come la matrigna di Cenerentola

Come comunità omosessuale avremmo tanto bisogno di un Ministro delle Pari Opportunità che sia al corrente del ruolo che ricopre. Che abbia perlomeno dato una lettura, anche veloce, dei Trattati e delle Direttive europee.

Invece, dalle prime uscite ufficiali come ministro di Mara Carfagna abbiamo sempre più l'impressione che non sappia dove si trova. Ci chiediamo come faccia a sostenere il ministro che non esistono discriminazioni sui luoghi di lavoro per le persone omosessuali? Saremmo tanto curiosi di sapere quali sono i gay che la Carfagna dice di conoscere e in quale mondo ella vive, perché ci pare che abbia una percezione della realtà del tutto distorta.

Le persone lgbt in carne ed ossa soffrono e lottano molto più delle persone etero per portare avanti il loro amore e a volte sono costrette e nascondere il loro orientamento sessuale, in famiglia, a scuola, al proprio datore di lavoro. E' disumano affermare che non si voglia alcun tipo di riconoscimento giuridico delle coppie omosessuali: evidentemente la Carfagna non sa quante siano i drammi vissuti in questi anni dalle persone che non possono dare una prospettiva, una dignità ai loro rapporti d'amore.

Se a questo assommiamo la fiera negazione del patrocinio al Pride nazionale di Bologna del 28 giugno, la Carfagna invece che un ministro della Repubblica, sembra aver assunto il ruolo della matrigna di Cenerentola.

Un ministro non si occupa dei singoli casi di discriminazione, per questo ci sono gli avvocati e gli ottimi sportelli della Cgil che da anni collaborano con Arcigay e le altre associazioni lgbt. A lei chiediamo di assumersi il compito e la responsabilità di scrivere una legge perché tutte le discriminazioni, quindi anche quelle contro le donne, siano evitate. Quando il ministro avrà tempo potrà, in questo senso, leggersi gli atti parlamentari della scorsa legislatura ed apprendere che proposte del genere erano state avanzate dal precedente governo ed erano in discussione nelle competenti commissioni.

Ristabiliamo, infine, la verità: sono 14 gli omicidi di persone lgbt e in due anni sono 50 sono gli atti gravi di violenza denunciati. Migliaia inoltre sono gli episodi di discriminazione subiti dalle persone lgbt, che non emergono perché milioni di gay e lesbiche sono costretti alla clandestinità sociale, in assenza di quelle leggi di tutela e di riconoscimento ormai in vigore in tutta Europa.

Siccome ci teniamo che il ministro Mara Carfagna possa emanciparsi dal ruolo di matrigna, le chiediamo ufficialmente di incontrarci affinché possa distaccarsi dal mondo delle favole e ritornare tra i comuni mortali, che hanno bisogno di risposte concrete, non di consunte e provocatorie esternazioni sui giornali.

Aurelio Mancuso [Presidente nazionale Arcigay]

"Carfagna contraria al riconoscimento delle coppie gay? Allora era meglio la Mussolini"

"Sono stupito dell'annunciata e pregiudiziale chiusura del Ministro Mara Carfagna al riconoscimento dei diritti e dei doveri delle coppie omosessuali, cosa che rappresenterebbe la prima libertà negata di quel Popolo delle Libertà pure sostenuto centinaia di migliaia di gay". Lo afferma Enrico Oliari, presidente di GayLib (gay di centro-destra), il quale sostiene che "Recentemente Alessandra Mussolini aveva dimostrato assai più lungimiranza politica inserendo nel suo `governo penombra' un omosessuale per le Pari Opportunità, segno che i tempi sono maturi per affrontare sobriamente la questione anche in un'Italia che se ne infischia delle Risoluzioni del Parlamento di Strasburgo e che in materia di diritti civili delle persone omosessuali è stata superata persino dalla Colombia e dal Sud Africa".

"Noi di GayLib - conclude la nota – abbiamo pronte le nostre proposte alternative al mondo culturale ed al movimento omosessuale di sinistra ed in particolare il Riconoscimento delle Unioni Omoaffettive; mi auguro che il Governo, forte di una ritrovata laicità, sappia seguire fino in fondo la via del liberalismo: non è negando un diritto che se ne conserva un altro".

Enrico Oliari [Presidente nazionale GayLib]

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