Associazione Fondazione LUCIANO MASSIMO CONSOLI

2 agosto 2008

VITA DA TRANS IN THAILANDIA

Thailandia, bagni per transgender la terza porta per studenti lady-boys. I transessuali sono tollerati nel Paese. Ma la discriminazione rimane.

Una scuola di Kampang ha realizzato nuovi servizi igienici tra quelli dei maschie delle femmine. Sono tra il 10 e il 20% e difficilmente cambiano idea crescendo.

VANNO A SCUOLA indossando la divisa maschile, non si truccano ma dentro si sentono donne. Appena adolescenti hanno forte dentro di loro la voglia di cambiare sesso. In Thailandia li chiamano lady-boys e sono tollerati dalla società. Ma c'è chi va oltre la tolleranza: la Bbc racconta che una scuola di Kampang, una regione povera nel nord est del Paese, dove la gran parte degli studenti sono figli di agricoltori, ha deciso di rendere loro la vita più facile e ha fatto costruire dei bagni appositamente per loro.

Bagni di cui la scuola è per altro molto fiera: si trovano in una zona della struttura circondati da fiori e piante tropicali e sono talmente puliti che l'istituto ha vinto il premio nazionale per l'igiene. Così ogni mattina, dopo il rituale alzabandiera, i ragazzi e le ragazze fanno una breve sosta alle toilette prima di entrare in classe per le lezioni. Un momento imbarazzante per molti studenti transgender, che ora si possono dirigere verso una terza porta, quella tra la toilette per femmine e la toilette per maschi, corredata da un simbolo rosso e blu che rappresenta una figura metà uomo e metà donna.

Così, di fronte ai lavandini e agli specchi molti ragazzi si sistemano i capelli con il gel o si mettono la crema sul viso, solo quella perché non è permesso agli studenti di usare il make up. In realtà molti di loro non resistono e sanno come usare mascara e un velo di rossetto senza sembrare truccati.

Il preside dell'istituto, Sitisak Sumontha, stima che ogni anno tra il 10 e il 20 per cento dei suoi studenti si considera transgender, ossia ragazzi che preferirebbero essere ragazze. "Venivano presi in giro ogni volta che usavano i bagni dei maschi. Così hanno cominciato a usare quelli delle ragazze, che però si sentivano imbarazzate. Tutto questo rendeva i ragazzi infelici e la questione stava intaccando anche il loro rendimento", ha spiegato il preside alla Bbc, soddisfatto dei risultati.

"Non siamo maschi", ha raccontato Triwate Phamanee, 13 anni, uno degli studenti della scuola di Kampang fermamente convinto che un giorno cambierà sesso. "Per questo non vogliamo usare il bagno dei maschi. Vogliano che si sappia che siamo transgender". Dello stesso avviso Vichai Saengsakul, 15 anni: "La gente deve sapere che essere transgender non è uno scherzo, è il modo in cui vogliamo vivere la nostra vita. Per questo siamo grati alla scuola per quello che ha fatto".

Gli adolescenti transgender tendono a chiudersi in gruppo. Il più giovane di loro ha 12 anni: naturalmente l'intervento chirurgico è fuori discussione alla loro età, ma sembrano essere perfettamente a loro agio e trattati alla pari dagli altri alunni e dagli insegnanti. Il preside con i suoi 35 anni di esperienza afferma di aver conosciuto molti ragazzi con problemi di identità sessuale che non hanno cambiato idea con il passare degli anni: molti hanno cambiato sesso, altri vivono come gay.

La Thailandia, prosegue l'articolo della Bbc, è ben nota per la sua tolleranza e i transessuali sono ben visibili nella vita quotidiana. Il cambiamento di sesso è diventata una specialità chirurgica della sanità tailandese ed è relativamente poco costosa; i pazienti vengono qui da tutto il mondo per sottoporsi all'intervento.

La discriminazione però rimane, come ha spiegato Suttirat Simsiriwong, un attivista dei diritti dei transgender. "Tolleranza non è la stessa cosa di accettazione" ha detto. Nonostante siano tollerati in Thailandia, i transessuali si lamentano di essere considerati ancora come uno stereotipo: possono trovare facilmente lavoro nel mondo dello spettacolo, nell'industria cosmetica, nei mezzi di informazione o come prostitute, ma è molto più difficile per loro diventare un avvocato o un commercialista. E ancora peggio è che non possono cambiare il loro status giuridico. Nonostante la proposta di legge fatta lo scorso anno per consentire loro di cambiare il sesso anche sulle loro carte di identità, non è ancora stato ancora approvato nulla.

Rita Celi [www.repubblica.it]

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