Associazione Fondazione LUCIANO MASSIMO CONSOLI

14 ottobre 2009

OMOSESSUALITA', MANCA LA "RISERVATEZZA"

Ho visto Matrix questa notte; si parlava di omosessualità e di una legge che non è stata votata ieri alla Camera. Ho capito alcune cose

Intanto mi sono reso conto che Pdl e Pd, che non riescono ad andare d’accordo su nulla, neanche sulle gravi e drammatiche situazioni che travagliano la società italiana in questo momento, hanno trovato l’accordo su una legge che introduce un’aggravante specifica per i reati commessi da omofobi, cioè da coloro che non sopportano gli omosessuali. Per amor del vero, questo accordo si è concretizzato nella volontà di entrambi di non mandare avanti la legge.

Devo confessare che non sono omofobo ma che mi disturba moltissimo vedere gente, omosessuale o eterosessuale che sia, manifestare, in modo sconcio e talvolta al limite dell’osceno, la propria sessualità in pubblico. Non mi sono mai piaciuti i provocatori: quelli che devono necessariamente esibirsi davanti agli altri, che devono sbatterti davanti agli occhi quello che sono capaci di fare con il proprio partner, che non hanno il minimo rispetto degli altri e, in ultima analisi, nemmeno di se stessi e del proprio partner.

Ovviamente quanto detto dimostra che non è un problema di orientamenti sessuali, ma di spiattellare davanti agli atri ciò che dovrebbe essere vissuto nell’intimità della coppia: per dirla con una parola manca la “riservatezza” della propria intimità.

Voglio precisare che, alla luce di quanto su esposto,la legge non dovrebbe introdurre l’aggravante dell’omofobia, ma quella dettata dalle altrui abitudini sessuali. Infatti un criminale, che aggredisce una o più persone che si palesano in atteggiamenti corretti ed intimi, solo perché manifestano in pubblico i loro sentimenti, deve essere punito in modo più grave, ma questo sia se la coppia presa di mira è eterosessuale sia se è omosessuale.

Parimenti va introdotta l’attenuante delle provocazione valida per tutti coloro che hanno reagito alla pretestuosa e volgare esibizione in pubblico della propria sessualità, sia essa “etero” che “0mo”.

In pratica, come ha detto Francesco Storace nel corso della trasmissione, quello che conta sono le persone, a prescindere dalle loro abitudini o attitudini sessuali.

Una trasmissione inutile?

Penso proprio di sì, a meno che non si voglia credere che parlare , diffondere e rappresentare l’omosessualità sia un dovere necessario che rende i cittadini migliori e pertanto fa degli “omo” dei cittadini di serie A. Forse è proprio per questo che la RAI in ogni sceneggiato introduce in una o più puntate cittadini extracomunitari e omosessuali maschi e femmine.

Questa sera sono stanco e vado a dormire ;non ve la prendete se vi lascio un editoriale incompiuto. Quello che conta è che siamo qui e continuiamo a lottare per fare un’Italia più giusta e più armonica e dove le pari opportunità siano per tutti. Insomma, un’Italia da viverci.

Adriano Tilgher

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