Associazione Fondazione LUCIANO MASSIMO CONSOLI

6 gennaio 2011

CORTE COSTITUZIONALE CONFERMA NO A RICONOSCIMENTO A COPPIE GAY. 'AFFERMAZIONE CIVILE' CONTINUA ALLA CEDU

CORTE COSTITUZIONALE DICE ANCORA NO ALLE COPPIE LESBICHE E GAY CHE CHIEDONO L'ACCESSO ALL'ISTITUTO DEL MATRIMONIO. AFFERMAZIONE CIVILE CONTINUA! LE COPPIE GAY E LESBICHE CHE SI SONO SPOSATE ALL'ESTERO CHIEDANO PARITA' DI RICONOSCIMENTO ANCHE IN ITALIA.

comunicato Stampa dell'Associazione Radicale Certi Diritti:

Roma, 6 gennaio 2010

La campagna di Affermazione Civile prevede di presentare ricorso contro i Comuni che oppongono il diniego alle coppie lesbiche e gay che chiedono le pubblicazioni matrimoniali. A seguito di questa campagna la Corte Costituzionale ha deciso di respingere tutti i ricorsi loro inviati. L'ultimo è stato depositato lo scorso 3 gennaio. Nella decisione si legge che la Corte:

a) dichiara la manifesta inammissibilità della questione di legittimità costituzionale degli articoli 93, 96, 98, 107, 108, 143, 143-bis, 156-bis, 231 del codice civile, sollevata, in riferimento all'articolo 2 della Costituzione, dal Tribunale di Ferrara con l'ordinanza indicata in epigrafe;

b) dichiara la manifesta infondatezza della questione di legittimità costituzionale degli articoli sopra indicati del codice civile, sollevata, in riferimento agli articoli 3 e 29 della Costituzione, dal Tribunale di Ferrara con la medesima ordinanza.

Tale decisione è l'esatta fotocopia della penultima sentenza dello scorso ottobre sullo stesso tema. La Corte evidentemente ha preferito lo status quo che nulla a che vedere con i cambiamenti sociali e culturali del nostro paese, già immobilizzato da una classe politica sempre più asservita al potere clericale vaticano.

L'Associazione Radicale Certi Diritti continua la sua lotta per il superamento delle diseguaglianze e rilancia la via legale, la campagna di 'Affermazione Civile', allargando anche alle coppie lesbiche e gay, costrette a sposarsi all'estero, l'invito a intentare ricorsi oltre che in Italia anche alla Corte Europea dei Diritti dell'Uomo affinchè l'unione venga riconosciuta dall'Italia. Occorre ricordare che il mancato riconoscimento delle coppie che si sono sposate in altri paesi membri dell'Ue, avviene in aperta violazione dei Trattati di Nizza e di Lisbona.

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