Associazione Fondazione LUCIANO MASSIMO CONSOLI

18 settembre 2013

Giornalisti e persone LGBT - "L'orgoglio e i pregiudizi" - 4 seminari di formazione



Dipart Pari Opportunita

 
 unar





in collaborazione con
Redattore


con i patrocinio di

Ordine dei giornalisti - Federazione nazionale stampa italiana

logo orgoglio pregiudizi no scritta seminari
Seminari di formazione per giornalisti sui temi del genere dell'orientamento sessuale
Ore 9-14


MILANO, 15 ottobre 2013
Acquario civico
Sala Vitman
ROMA, 16 ottobre 2013
Musei Capitolini
Sala Pietro Da Cortona

NAPOLI, 18 ottobre 2013
Maschio Angioino
Antisala dei Baroni

PALERMO, 22 ottobre 2013
Villa Niscemi
Sala delle Carrozze




Ogni volta che i riflettori della cronaca si accendono su "ambienti gay" torbidi e devianti, o l'omosessualità di qualcuno è usata come un'arma di dileggio, ogni volta che transessualità diviene sinonimo di prostituzione e l'orgoglio è trasformato in "esibizionismo", i media italiani allontanano di un passo la conoscenza delle persone LGBT, delle loro lotte, delle loro vite, dei loro diritti. Talvolta è per imbarazzo, talaltra per incompetenza. In molti casi è per pregiudizio, più o meno consapevole.
Così i mezzi di informazione possono rendersi complici di una cultura omofobica che esclude e discrimina le persone LGBT. Omofobia, lesbofobia, transfobia sono forme di avversione irrazionali, "analoghe al razzismo, alla xenofobia, all'antisemitismo e al sessismo", secondo la definizione del Parlamento Europeo. Possono esprimersi attraverso discorsi intrisi d'odio e istigazione alla discriminazione, ma anche con l'occultamento e la cancellazione delle identità sessuali e di genere che si discostano da una presunta "norma" eterosessuale. Organizzazioni della società civile, intellettuali, giornalisti, insieme a enti come l'UNAR, promuovono da anni un cambiamento che parta dalla cultura e dal linguaggio. Sono lontani oggi i tempi in cui mancava persino un lessico per nominare senza disprezzo la diversità, ma ancora è scarsa o troppo fragile tra gli operatori della comunicazione la conoscenza e la consapevolezza delle "parole per dirlo".
Per questo è necessaria un'azione continua di formazione e dialogo che, senza scadere in atteggiamenti prescrittivi o censori, metta in guardia dai rischi di un cattivo uso delle parole e indichi la via per un'informazione corretta sulle persone LGBT. E' questo l'obiettivo dei seminari, rivolti a tutti i comunicatori e in particolare ai giornalisti, sia a chi è ancora in formazione sia a coloro che svolgono già la professione, soprattutto con ruoli di responsabilità nella selezione delle notizie e nell'impostazione di titoli e gerarchie.
Twitter: #orgoglio13
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Destinatari
I seminari sono diretti a: giornalisti impiegati a tempo pieno in una testata, giornalisti collaboratori di una o più testate, giornalisti free lance, allievi delle scuole di giornalismo, allievi delle facoltà di scienze della comunicazione, addetti stampa e comunicazione di organizzazioni e istituzioni pubbliche e private. La partecipazione è gratuita.

Iscrizione
L'iscrizione è obbligatoria. I posti disponibili sono limitati. Si prega di avvisare per tempo in caso di annullamento dell'iscrizione.

Segreteria e informazioni
Tel. 0734 681001 - 347 4417116 - 348 3027434. E-mail: giornalisti@redattoresociale.it - web: www.giornalisti.redattoresociale.it


lgbt
coe

Seminari realizzati con il contributo del Consiglio d'Europa nell'ambito della "Strategia nazionale 2013-2015 per la prevenzione e il contrasto delle discriminazioni basate sull'orientamento sessuale e sull'identità di genere"


1 commento:

AMg ha detto...

Mi sento felice e commossa che il nome della mia avventurosa rubrica on line " ORGOGLIO e pregiudizi" su Gaya Cronisti senza Frontiere, rivista on line LGBT di Carla Liberatore interrotta solo dal terremoto de l'Aquila, sia stato scelto per una iniziativa così necessaria e spero utile per far crescere il grado di consapevolezza e rispetto delle identità da parte di chi ha grande responsabilità nella formazione dell'opinione pubblica e quindi nella cultura, ovvero i professionisti dell'informazione altrimenti detti giornalisti.

Ringrazio di cuore tutti coloro che si sono adoperati per costruire questa iniziativa e mi auguro che sia la prima di un percorso che aiuti tutto il nostro paese a superare le proprie arretratezze culturali che per troppi si configurano quotidianamente come pericolo della propria esistenza e che costituiscono una delle più striscianti ma principali cause del diffuso disagio economico e sociale del nostro Paese.
Buon lavoro.

Alba Montori