Associazione Fondazione LUCIANO MASSIMO CONSOLI

26 marzo 2014

“Educare alla diversità” bocciato dalla CEI del cardinal Bagnasco, e ritirato dal Ministero della Istruzione Italiano

Una vicenda che sembrerebbe uscita da un fumettaccio di fantapolitica, quella di questi giorni, che vede abortire sul nascere il progetto "Educare alla diversità" promosso nelle scuole dall'Unar.

La CEI di Bagnasco, con il sostegno delle forze integraliste presenti in parlamento e nello stesso governo riesce in quattro e quattr'otto ad ottenere che tale progetto, già pronto per essere messo in opera in tutte le scuole della Repubblica Italiana, venga interrotto, bloccato, ABORTITO insomma, con la connivenza evidentemente del Governo Renzi, dato che è la Ministra dell'Istruzione Pubblica a ritirarlo.

Alla faccia della Costituzione di cui si continua ogni giorno di più a far carta straccia con la scusa di riformarla, per non avere neanche più la noia dell'obbligo di attuarne le norme così inopportunamente democratiche - per chi vuole fare e disfare a suo piacimento e dei suoi -  e paritarie.
Alla faccia delle convenzioni e delle raccomandazioni della Comunità Europea, anch'essa evidentemente troppo progressista per le forze oscurantiste e razziste che prediligono evidentemente la discriminazione alla integrazione e al rispetto civile.
AMg

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Nota di Enzo Cucco, presidente dell'Associazione Radicale Certi Diritti
CATTOLICI NON FONDAMENTALISTI: DOVE SIETE?

24 marzo 2014 
Sono stupito dello stupore di tanti e tante alle parole del Sottosegretario Toccafondi e dal rinascente fondamentalismo cattolico sui temi lgbti, genere, omofobia, prostituzione e via elencando tutto "il peggio del secolarismo modernista". Le parole recitate oggi dal cardinal Bagnasco (sulla home page della CEI trovate il suo intervento integrale) sono la migliore sintesi del pensiero che unisce tutti costoro (altro che Toccafondi ...), dalla cupola intellettuale dei Ferrara/Roccella/Sacconi alla manovalanza dei vari movimenti che si richiamano a Cristo (a sua insaputa, ne sono certo...).
Stupito perché è come se queste persone non leggano i quotidiani da mesi, almeno dall'autunno del 2013, periodo nel quale prende corpo una campagna in grande stile dalle colonne di Avvenire, Tempi, Il Foglio, una miriade di blog e siti e le solite testate abbaianti de Il Giornale e Libero. Tante voci ma stesso obiettivo: trasformare la battaglia sulla legge contro l'omotransfobia nel tentativo di raggrumare una destra che dopo il Family Day si era un pò persa. Già perché parte tutto da lì, da quella manifestazione del 2007 così sottovalutata da tutti e tutte, anche grazie a un fantastico Pride che si svolse lo stesso anno, quasi una risposta alla manifestazione che raccolse dal movimento per la vita ai cattolici alla Prodi. Vincenti nei numeri e complici il sarcasmo e la faciloneria con la quale la sinistra accolse questa novità (vi ricordate il silenzio e la supponenza con la quale fu accolta la manifestazione di radicali e sdi di piazza navona?) non si capì che quello era un segnale devastante di come proprio la sinistra cattolica e i tanti movimenti cristiani non fondamentalisti vivano la sudditanza ad una morale vaticana in materia sessuale antistorica, antiscientifica e antimorale. E come non riescano ad esprimere, pubblicamente e visibilmente, una posizione distinta: Giovanardi e Bobba, Gasparri e Patriarca uniti nella lotta ad accaparrarsi non quella manciata di voti che il fondamentalismo porta con se ma quella manciata di soldi e di potere che la vicinanza alla gerarchia vaticana favorisce.
2007 quindi, ben prima delle varie manif pour tot, sull'onda della mobilitazione spagnola pro-familia partita dal 2005 per opera diretta della locale conferenza episcopale, ma su una ispirazione radicata e tutta italiana, che affonda le sue radici nel cattolicesimo ruiniano (andatevi a ri-leggere il "Progetto culturale") e nella lotta senza quartiere al "secolarismo modernista" condotta con le stesse tecniche comunicative e negli stessi luoghi dove il secolarismo si è diffuso: il web, la tv, le piazze. L' "eccezione italiana", si diceva, preoccupati di come il mondo moderno avanzasse senza sosta, ma già disponibili agli infernali ed indicibili accordi con islamisti e ortodossi di varia natura per bloccare o almeno depotenziare il Consiglio d'Europa, l'OMS e l'ONU nella loro strada.
In quel 2007 sembrava che il tema della difesa della famiglia potesse rappresentare il collante di quella presenza diffusa dei cattolici in tutto il sistema politico per impedire le riforme moderniste (appunto): non furono un caso le dichiarazioni che da allora alle ultime elezioni politiche si sono ripetute indentiche sulle labbra dei vari Monti, Bernasi e Berlusconi sulla famiglia "vera" formata da due persone di sesso opposto, con figli.
I recenti sviluppi politici hanno infranto quella illusione ed ecco che parte la nuova menzogna, quella della libertà di espressione che sarebbe ferita dalla prevalenza della "teoria del genere" (ma cosa è....), della lobby gay, dell'UNAR fuori controllo (ma non era stato creato dal Governo Berlusconi e non è sempre stato gestito da persone molto vicine al Centro destra?). E siamo sempre di fronte alla stessa scena muta delle forze cristiane non allineate, cieche sorde e mute di fronte a tanto scempio della ragione e del senso comune. Il PD incapace di rispondere con senso dello stato a questi attacchi, che gioca come il gatto con il topo pensando che tutto si risolverà con le prossime elezioni eurpee (e poi le politiche, e poi.....), e che si deve lasciar passare qualche intemperanza NCD (in fondo sono al governo solo per i loro affari incidendo praticamente su nulla, dobbiamo pur dimostrare che anche loro contano qualcosa no?). Gli altri piccoli partiti della sinistra troppo schiaccianti su temi e parole vecchie, che non reggono il confronto con il ritmo e lo stile della menzogna infiocchettata sulla bocca di questi signori. tanto infiocchettata che pezzi da novanta del cosiddetto liberalismo italiano, dalle trombe del Corriere della Sera, hanno suonato a ritmo serrato contro gli "eccessi", "il lobbysmo gay", il "political correct", dimostrando che il vecchio adagio del guardare il dito e non la luna è sempre ealidissimo.

La cosa più pericolosa, per me, è la risposta che a questo fronte si offre. Cosa sentono le nostre orecchie e leggono i nostri occhi?  Parole stupite ad ogni Toccafondi che appare, gridi di allarme sul fascismo che torna (ma quale fascismo...) e poco più. Nessuna analisi continuativa delle posizioni e delle loro evoluzioni, nessun pensiero strategico su come muoversi per non farsi sommergere dalle bugie, niente di niente, solo la voglia di far male a questo o a quel deputato del PD che facendo finta di niente tiene il moccolo di questa politica cinica e bara.

Trovo insopportabile che invece di chiedere, a gran voce, ai vari Renzi, Delrio, Formigoni e Bindi, ma soprattuto ai vari movimenti cristiani e cattolici non allineati a questo fondamentalismo, da Don  Ciotti in su (o in giù) di prendere le distanze in modo netto e chiaro  dalle farneticazioni antiscientifiche di questa banda, ci si nasconda dietro le parole esagitate e scioccamente anticattoliche di qualcuno che usa il web come il personale sacchetto per il vomito. E' facile attaccare di anticlericalismo di maniera chi usa argomenti a sproposito, ma volete per favore dirci cosa significa garantire la libertà di pensiero a chi crede che l'omosessualità sia una malattia, o un peccato? Che direste per chi pensa la stessa cosa per gli ebrei, o i rom, o le persone di colore?

E' la solita regola italiana: vince chi riesce a dividere il fronte opposto. E loro ci stanno riuscendo benissimo. Non mi rimane che tifare per Papa Francesco, che non guardando solo all'Italia potrebbe dire parole e fare azioni distoniche rispetto a questo fronte. E magari dare un po' di coraggio a chi questo coraggio non vuole o non può avere.

Enzo Cucco
presidente associazione radicale certi diritti
http://gayindependent.blogspot.it/
24 marzo 2014
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Dichiarazione dell’on. Alessandro Zan, deputato di Sinistra Ecologia e Libertà ed esponente della comunità LGBT

Quanto sta accadendo nelle ultime ore, con il  cardinale Bagnasco che parla di “corruzione dei giovani” nelle scuole, il  sottosegretario all’Istruzione Toccafondi che invoca la libertà dei genitori di educare i figli come credono, parlando di “indottrinamento LGBT”, e gli immancabili  Giovanardi e Roccella che fanno da cassa di risonanza all’intolleranza denota quanto  questo Paese stia sprofondando in un integralismo che rischia di sovvertire i valori costituzionali di eguaglianza, libertà e non discriminazione. Faccio appello al premier Matteo Renzi, al ministro Giannini e al Partito Democratico  affinché fermino queste crociate medievali, prendendo una posizione netta a sostegno dell’UNAR (Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali) e del suo progetto “Educare alla diversità” , che segna un punto di svolta nella lotta all’omofobia e alla transfobia in ambiente scolastico e segue perfettamente gli indirizzi del Consiglio d’Europa in materia di lotta alle discriminazioni. Proprio chi parla oggi di “dittatura gender” da anni non fa che  scagliarsi contro gay, lesbiche e transgender definendoli pericoli per la pace e minaccia per la famiglia tradizionale,  istigando di fatto all’odio e alla violenza contro le diversità. A costoro vorrei ricordare che  ogni giorno dei ragazzini - colpevoli solo di essere se stessi - sono vittima di insulti, vessazioni, umiliazioni  proprio nei luoghi - come la scuola - dove si dovrebbe in primis insegnare il rispetto dell’altro.  Il Governo deve porre un freno a questa deriva oscurantista, tipica del peggior regime , riportando la discussione su un binario di civiltà: l’Italia, gli italiani e lo stesso mondo della scuola sono stanchi di subire insulti gratuiti alla propria dignità.

Per ulteriori informazioni:
Matteo Pegoraro
Assistente parlamentare On. Alessandro Zan
  pegoraro.matteo@gmail.com

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Nel frattempo vari Comuni ( a cominciare da Torino) hanno agito per propria competenza uniformandosi già da soli ai diktat di Bagnasco e dei suoi accoliti:

Comunicato Stampa dell'Associazione Radicale Certi Diritti

Torino, 26 marzo 2014

Con una decisione unilaterale e discutibile il Sindaco Fassino ha deciso di togliere dal sito del Comune di Torino alcune schede didattiche sul tema della lotta contro l'omofobia e la transfobia. Pare che la giustificazione sia quello che le stesse siano "offensive" per i cattolici. E guarda caso il Sindaco si accorge di queste schede dopo che un consigliere comunale di Cl ne aveva chiesto la rimozione dal sito ed il Consiglio comunale ne aveva discusso (proprio lo scorso lunedì) con un forte intervento dell'Assessore alle pari Opportunità che ha difeso le schede e l'attività del Servizio lgbt del Comune.

Ora le schede non si trovano più sul siti del Comune, ma le potete consultare sul nostro sito www.certidiritti.it e decidere direttamente in che cosa possano essere considerate offensive. Noi le abbiamo lette e rilette e non ci abbiamo trovato nulla.

E siamo preoccupati che il Comune di Torino, fondatore e capofila della Rete delle Amministrazioni locali che lottano contro l'omofobia, abbia assunto una decisione così immotivata e simbolicamente così grave. In un momento in cui le forze fondamentaliste cattoliche, tra una menzogna e l'altra, conducono una battaglia senza quartiere in tutta Italia contestando l'esistenza stessa dell'omofobia, l'attività dell'UNAR e via elencando.

Chiediamo al Sindaco di Torino di motivare la scelta compiuta e reinserire subito la schede escluse, ed esprimiamo all'Assessore alle Pari Opportunità, al Coordinamento Torino Pride lgbt ed a tutte le forze democratiche torinesi la nostra preoccupazione e la nostra vicinanza per tutte le azioni che vorranno intraprendere.

Le schede eliminate:
L'omosessualità nel Nuovo Testamento
L'omosessualità nell'Antico Testamento
L'omosessualità nel Corano
Tutte le altre schede

altri articoli
http://tinyurl.com/ovk55athttp://www.si24.it/2014/03/26/torino-il-comune-rimuove-le-schede-didattiche-sui-gay-la-polemica-fassino-lo-schettino-dei-diritti/43947/

http://www.sergiologiudice.it/2014/03/26/ansa-omofobia-lo-giudice-pd-da-governo-arrivino-parole-chiare/


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