Associazione Fondazione LUCIANO MASSIMO CONSOLI

1 gennaio 2015

Pride, un film sui gay che le sale di Viterbo (NON )fanno vedere.

Da  Tusciaweb una interessante proposta ( inascoltata)  di Arci cultura lesbica Viterbo.

- Dopo Full Monty, Billy Eliot e Trainspotting, il regista Warchus offre una nuova prospettiva della dura politica che il primo ministro Thacher applicò negli anni 80-90 per risollevare le sorti dell’economia britannica.

Pride narra la divertente storia di un gruppo di gay e lesbiche londinesi che intendono aiutare i minatori nella lotta contro la chiusura delle miniere di carbone. Questo gruppo di attivisti si organizza per raccogliere fondi da consegnare ai minatori, ma nessun sindacato dei lavoratori vuole aver a che fare con chi, a quell’epoca, era visto come un pervertito.

Solo uno sperduto paesino del Galles accetta i loro soldi per dare da mangiare a chi sciopera. Mark e i suoi amici attivisti si accorgono che da quando è iniziata la protesta dei minatori nel Regno Unito, non ci sono più retate e vessazioni contro la comunità gay. Le forze dell’ordine hanno diretto la loro ferocia contro un’altra minoranza che combatte per il diritto al lavoro. Questo film è costruito sul concetto della solidarietà: se più minoranze si uniscono contro un colosso, le possibilità di resistere e vincere cresceranno.

Naturalmente non manca chi non vede di buon occhio questa partecipazione alla lotta contro il governo Thacher. Molti minatori hanno paura e vergogna di stare in una stanza con omosessuali. Ma, una volta appurato il sano spirito dell’iniziativa e l’autenticità dell’intento, si fa fronte unico per riuscire a resistere durante i lunghi mesi di sciopero. Questo è un film è sicuramente divertente, non mancano battute di spirito e situazioni esilaranti.

Il comitato dei minatori di Onllwyn, composto da donne e uomini di mezza età, viene risucchiato dalla simpatia e da coraggio di Mark. I LGSM (Lesbians and Gays Support The Miners) ogni giorno scendono nelle strade di Londra per racimolare soldi per i loro amici gallesi, organizzando feste e sensibilizzando la comunità gay all’unione tra differenti realtà.

Ricordiamo che tra il 1984-85, 165mila minatori inglesi rimasero in sciopero per più di un anno e solo grazie alla solidarietà di persone da tutto il mondo riuscirono a sopportare la fame. Ricordiamo, inoltre, che solo grazie alla presenza della forte organizzazione dei Minatori all’interno della Camera dei Lord, si otterrà, nel 2013, il pieno riconoscimento dei diritti per gli omosessuali in Gran Bretagna.

Inutile dirvi come questo film non appaia nella programmazione Viterbese. Si punta sui film di Natale e su battute scontate e temi usuali. La programmazione dei cinema nella nostra città non è delle migliori e dove ho provato a consigliare questo film si è gridato allo scandalo, dove di scandalo proprio non ce ne è. La cultura manca a Viterbo. A volte non riesco a capire di cosa si nutrano i viterbesi una volta finito di fare la spesa. Di sera, la domenica, cosa fanno? Dove vanno? Come nutrono la loro anima e il loro cervello?

La cultura è una potente droga. La bellezza è pari al laudano. Quando testa e cuore lavorano ci si sente parte di questo mondo e si riesce anche ad intuire lo scopo della vita.

Viterbo è abbandonata a se stessa: non c’è voglia di far cultura turismo o di organizzare il lavoro. E i giovani continuano ad andarsene e tutto rimane sempre uguale. Faremo la fine della Sicilia, Calabria, Basilicata dove chi rimane è costretto a vivere secondo leggi, non scritte, di migliaia di anni addietro, se si vuole sopravvivere. Ci si spartisce quello che chi sta più in alto di te, ti dà. Ma se non c’è più niente da spartire cosa succede? Se nelle vie non ci sono più negozi e rimane solo il tufo, questi politici che daranno da mangiare?

Emanuela Dei
Arci cultura lesbica Viterbo

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