Associazione Fondazione LUCIANO MASSIMO CONSOLI

18 luglio 2015

Continua la catena di OMOcidi di Stato in Iran


Due ragazzini sono stati impiccati a un albero a Isfahan, in Iran. Frequentavano il campo islamico, fino al giorno in cui il mullah ha detto agli altri ragazzi che i giovani erano da condannare a morte perché gay.

Amir Taheri, ex direttore del quotidiano iraniano Kayhan, ha pubblicato la storia su Twitter ieri


ISFAHAN: il quattordicenne  Akbar Zargarzadeh è stato impiccato a un albero nel campo
per ragazzi islamici dopo che il mullah del campo ha decretato che meritava la morte perché gay.

Mentre il mondo applaudiva allo storico accordo sul nucleare (Israele esclusa), in Iran è tornata ad essere applicata la pena di morte per omosessualità.
Akbar Zargarzadeh, 14 anni appena, è stato impiccato perchè accusato da un mullah di Isfahan di essere gay.
 Benjamin Weinthal, corrispondente per gli affari europei del Jerusalem Post, ha chiesto all’Unione europea di denunciare l’omicidio, per la pena di morte immediata per il ragazzo.

 Il giornalista mediorientale Hasan Sari si è giustamente chiesto:  "‘Cosa c’è di diverso da quel che fa l’IS? "
Ovviamente il presidente Hassan Rouhani si è guardato bene dall'aprir bocca al riguardo.

Essere gay in Iran è ancora oggi ILLEGALE, con pene che vanno dal carcere a vita all’esecuzione capitale.
Era il 2005 quando il 16enne Mahmoud Asgari e il 18enne Ayaz Marhoni vennero pubblicamente impiccati, sempre perché omosessuali.
Nel 2007 fu impiccato il 21enne Makwan Moloudzadeh, arrestato per atti omosessuali a 13 anni e da  allora torturato e mantenuto in carcere.
Nel 2011 un ragazzo di 25 anni, condannato a morte perché gay è stato impiccato a Marvdasht, senza che il tribunale rivelasse il suo nome,  e tre persone sono state impiccate nella prigione di Ahvaz, nel sud-est del paese, con l'accusa di "sodomia".
Nel 2012  furono condannati ed impiccati Sahadat Arefi, Javid Akbari, Hushmand Akbari e Vahid Akbari, riconosciuti ‘colpevoli’ di pratiche omosessuali.
All'inizio del 2013 due fratelli gay, di 21 e 24 anni, sono stati impiccati nella pubblica piazza nella città di Shahr-e-Kor.
Nel 2014, stando alla ONG Iran Human Rights l'Iran ha giustiziato con l’impiccagione oltre quattrocento uomini perché gay.

Risulta evidente a chiunque che queste cifre esprimono probabilmente solo una minima parte delle "esecuzioni" di gay in Iran, e mancano inoltre totalmente notizie sulla situazione carceraria, per non parlare di quel che riguarda lesbiche e trans.
Perciò invito tutti a mantenere ben desta l'attenzione sulla situazione Iraniana per provare ad interrompere la sua orribile catena di OMOcidi di Stato.

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