Associazione Fondazione LUCIANO MASSIMO CONSOLI

18 luglio 2015

" L' Angelo perverso" poesie di Piero Montana

Il libro  " L' Angelo perverso – Poemetti omoerotici 1999-2001” di Piero Montana, con prefazione di Massimo Consoli,  è stato presentato al pubblico venerdì 3 luglio alle ore 18 nella Galleria dell'eros in via Bernardo Mattarella n 64 ( quarto piano) a Bagheria ( Palermo)


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** Prefazione di Massimo Consoli

"C'è una nota di tristezza, nell'Angelo Perverso, che ci riporta alla nostra disperazione di piccoli uomini bramosi di eguagliarci a Dio, o almeno di imitarlo e, se non riusciamo neppure in questo, di illuderci che siamo suoi rivali.

Questo perché coscienti che possiamo emergere dal nostro nulla quotidiano solo nell'esserci (il che è difficile) o nella negazione dell'esserci (il che è molto più facile).
Ma Dio è troppo occupato a conferire con i suoi rappresentanti che cialtroneggiano in tutte le religioni, le razze, le lingue, per accorgersi che, appena appena, esistiamo.
Così Piero Montana viene lasciato a se stesso da una divinità distratta, libero di cercare il suo Assoluto nelle fogne e nei cessi che sono l'unico mezzo rimastogli per aspirare ad un aldilà raggiungibile attraverso il solito tunnel radioso dei sopravvissuti alla morte, che per lui diventa un faro di luce spermatica. Ed è assolto da ogni peccato che potrebbe offendere solo chi è convinto di sentirsene offeso.

Ma Montana, impietoso verso se stesso, in una sorta di rito di purificazione e iniziazione a chissà quale mistero religioso, si autodenuncia esponendosi al pubblico ludibrio attraverso le sue colpe che, proprio per questo, si trasformano in buone azioni o, almeno, in buone intenzioni. Tutto all'interno di un regno personale che, ormai, sente alla fine : la stessa fine, accompagnata dallo stesso rimpianto per un mondo che fu e che non sarà più, che pervade l'opera di Sandro Penna, di Dario Bellezza e dell' ultimo Pasolini in una sorta di drammatico cupio dissolvi, dove ogni riga è una straordinaria costruzione di grande forza poetica.

Montana ha un ricordo straziante di quel paradiso perduto della sua gioventù ribelle che sa, ormai, di non poter neanche ritrovare.
Così, le sue imprecazioni sottintese, implicite, non dette, ci ricordano un Cecco Angiolieri, che se fosse foco, brucerebbe il mondo, mentre “il tanfo della merda” non può non farci tornare alla memoria gli straordinari happenings escrementizi di Mario Mieli all'Ompo's, e come non pensare a 
Dario Bellezza, quando leggiamo ancora della “merda... che fuoriesce sempre/ nel penetrare un culo/largo o stretto”?

Ma questa violenza verbale e coprofila nasconde, in realtà, uno sviscerato amore per un uomo anzi, per l'Uomo, tradito, vilipeso, offeso, violentato da una società che lo ha messo su di un piedistallo non per rendergli il dovuto tributo di amore e di rispetto, ma per farlo bersaglio di ogni attacco e insulto.

Tutta l'opera in versi di Montana, a partire dalla giovanile raccolta di liriche autobiografiche “Breve rosario di Sodoma”, è pervasa da questa accusa ad un monoteismo patristico insulso e becero di essersi opposto alla realtà divina di una natura che è al tempo stesso madre, amante e, per il poeta, figlio prediletto."

Massimo Consoli
Settembre 1999

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