Associazione Fondazione LUCIANO MASSIMO CONSOLI

26 ottobre 2015

40 anni dopo.

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Amedit rende omaggio a Pier Paolo Pasolini nel quarantennale dalla morte con uno special sul numero di settembre. 
L’inserto di 25 pagine raccoglie contributi di vari autori che illustrano la vita, l’opera e il pensiero di uno dei più grandi intellettuali italiani del Novecento. 
Per l’occasione l’artista Iano ha realizzato un logo celebrativo che accompagna tutti i contributi dello speciale sulla rivista Amedit – Amici del Mediterraneo.

Cover Amedit n. 24 - Settembre 2015

1 commento:

Anonimo ha detto...

Molti libri sono stati scritti, ma ancora oggi la verità su PPP, è nascosta da molti che sanno troppo o poco meno. E tutti i perché scomodo, rivoluzionario per l'epoca, le bobine rubate e quel libro petrolio. Ci scandalizziamo quando sentiamo che sono stati coinvolti minori con approcci per adulti, ma come sappiamo è sempre stato sin dall'antica Roma e lo sarà per il Dio Denaro. Ma l'atrocità di quell'evento era "normale" ad Ostia vi era una banda dei balordi formata sempre da una quindicina di ragazzi di vita che giravano con sbranghe di ferro, coltellini, catene e quanto altro. La polizia lo sapeva che provenivano dalla nuova ostia dove ora sorge il nuovo porto. Loro li non si avvicinavano non più di tanto. Molti di loro sono ormai quasi spariti, o si sono ripuliti cambiano zona ma restano sempre gli stessi BALORDI. Così nel tempo tornando indietro ricordo avevo 9 anni giocavo avvolte su quel campetto sterrato, passavo vicino al castelletto per arrivare li, abitavo non tanto lontano (una quindicina di minuti a piedi). Penso e sono quasi sicuro che con quelle armi hanno massacrato il povero corpo di PPP, non solo senza pietà, ma passandogli sopra con l'auto per umiliarlo ancora di più. E' vero in quel periodo storico "vigeva la legge della strada" Inoltre penso che oltre ai teatrini proposti dal Pelosi vi sono verità superiori. Certo come già detto L'omofobia era una cosa inaccettabile, (si diceva meglio morto che frocio), i genitori di quel periodo usciti appena dal "68" reclamando amore libero erano chiusi, avevano gli occhi "attappati dal pudore", anche per questo silenzio è morto e poi hanno tutti visto raccontavano ma nessuno si è mai fatto avanti nessuno in quel momento era uscito, nessuno ha sentito quelle urla strazianti eppure di gente ve ne era a quelle baracche ne ho la certezza le vedevo quando giocavamo fino a tarda sera.

Vergogna.