Associazione Fondazione LUCIANO MASSIMO CONSOLI

25 luglio 2008

PESTATA PERCHE’ LESBICA

ROMA - Bersagliata all’ultimo Gay Pride — che satireggiava sul suo «periodo-showgirl» con relative foto osé — la ministra delle Pari Opportunità, Mara Carfagna, è la prima a intervenire, ferma nella condanna e inequivocabile nella sostanza: «Odioso episodio di razzismo. Il proprio orientamento sessuale non può in alcun modo essere bersaglio di violenze e discriminazioni ».

Una manciata di minuti dopo, ecco anche il sindaco di centrodestra Gianni Alemanno: «Una ferma condanna contro ogni violenza ai danni della comunità gay e lesbica». Solidarietà per R.D.U. che, aggredita sabato notte ha reso pubblica ieri la sua vicenda. Materialmente eseguito in via Appia, l’agguato nasce però nella gay street romana. La ragazza lavora infatti nello storico pub-pizzeria «Coming out» (che tentarono di incendiare nel febbraio scorso), lungo la via di locali e meeting gay-lesbo nei pressi del Colosseo. Strada assai più breve — poche decine di metri — delle polemiche che la accompagnano, specie ora con la proposta di pedonalizzarla. A tale proposito, sorpresa: il centrodestra sarebbe neutrale se non favorevole. «Gay street? non lo escludo» ha appena detto l’assessore An alla cultura Umberto Croppi, mentre il presidente del municipio Orlando Corsetti (centrosinistra) è decisamente contrario.

Sabato notte l’aggressore ha subito issato la bandiera omofoba e intollerante, racconta la ragazza: «Ero scesa dal bus e ho avuto la sensazione che qualcuno mi seguisse. Poi ho sentito gridare: "gay di m...a!"». Afferrata al collo, stretta alle spalle e immobilizzata la ragazza è stata pestata (varie contusioni secondo il referto del San Giovanni), scambiata forse per un omosessuale. «Sono una donna, fermati!» dice di aver gridato. L’aggressore se n’è andato lasciandola sul marciapiede. «Ennesimo violento attacco alle persone lesbiche e gay — secondo Fabrizio Marrazzo, presidente di Arcigay Roma —. Tutta la nostra solidarietà».

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