Associazione Fondazione LUCIANO MASSIMO CONSOLI

25 febbraio 2008

RIFUGIATO GAY IRANIANO RISCHIA DEPORTAZIONE DA REGNO UNITO, URGENTE APPELLO DI EVERYONE

COMUNICATO STAMPA
24 febbraio 2008

RIFUGIATO GAY IRANIANO RISCHIA DEPORTAZIONE DA REGNO UNITO, URGENTE APPELLO ALL’EUROPA
GRUPPO EVERYONE: “E’ CONDANNATO A MORTE PERCHE’ GAY, FERMIAMO L’ENNESIMA VIOLAZIONE DEI DIRITTI DEL PROFUGO DA PARTE DEL GOVERNO BROWN”

MARTEDI’ FISSATO IL VOLO CHE PORTERA’ IL GIOVANE MEHDI KAZEMI DA AMSTERDAM A LONDRA, DA CUI VERRA’ SUCCESSIVAMENTE DEPORTATO IN IRAN. IL GRUPPO EVERYONE CHIEDE IL COMMISSARIAMENTO DEL REGNO UNITO DA PARTE DELL’UNIONE EUROPEA, NONCHE’ L’IMMEDIATA CONCESSIONE DELL’ASILO AL DICIANNOVENNE. DA POCHI GIORNI MEHDI E’ DIVENUTO MEMBRO EFFETTIVO DEL GRUPPO EVERYONE. IN IRAN E’ RICERCATO DOPO CHE IL SUO PARTNER – GIUSTIZIATO PERCHE’ OMOSESSUALE NELL’APRILE 2006 – AVEVA CONFESSATO LA LORO RELAZIONE AMOROSA.

Si chiama Seyed Mehdi Kazemi, ha poco meno di vent’anni ed è uno dei membri del Gruppo EveryOne. E’ un iraniano omosessuale che a novembre 2005 si è recato da Teheran a Londra per motivi di studio, e che è stato costretto a richiedere l’asilo come rifugiato all’Home Office del Regno Unito in seguito alla scoperta, da parte delle autorità iraniane, della sua relazione omosessuale con un altro ragazzo, già condannato a morte e giustiziato nell’aprile del 2006. Parham, il suo partner dall’età di 15 anni, era stato infatti arrestato dalla polizia di Teheran con la fatidica accusa di “lavat” (sodomia) dopo essere stato colto dalle autorità iraniane in compagnia di un altro ragazzo, mentre Medhi già soggiornava in Inghilterra e frequentava il college. Nel corso di un interrogatorio in carcere, Parham è stato costretto dai suoi aguzzini a riferire nomi e cognomi di tutti gli uomini con cui aveva intrattenuto relazioni, tra cui lo stesso Mehdi. La polizia iraniana si è già presentata a casa del padre di Mehdi, a Teheran, intimandogli la custodia del figlio per sottoporlo a giudizio.
E’ di pochi mesi fa il verdetto negativo dell’Home Office Britannico, che ha respinto la richiesta d'asilo: Medhi dovrà essere re-impatriato nel suo Paese d’origine perché, secondo il Governo Britannico, non corre rischi di alcun tipo. Medhi è dunque fuggito clandestinamente dall’Inghilterra, intenzionato a raggiungere il Canada, ma è stato fermato dalla polizia di frontiera tedesca. Una volta ascoltata la sua storia, è stato mandato in Olanda (nota per concedere lo status di rifugiati ai gay iraniani), in consegna sempre alle forze di polizia. Tuttavia, il Regno Unito ha presentato in questi giorni all’Olanda una richiesta formale di ripresa in consegna, secondo il Trattato di Dublino e secondo il regolamento CE 343/2003, di Mehdi, per poi provvedere alla sua deportazione in Iran.
Omar Kuddus, dell’associazione Gay Asylum UK, racconta al Gruppo EveryOne di aver ricevuto una telefonata da Mehdi il 18 febbraio scorso, nella quale il ragazzo lo ha informato che è già stato fissato il volo che martedì 26 febbraio lo riporterà in Inghilterra: partirà alle 8 del mattino (ora olandese) da Schiphol, l’aeroporto di Amsterdam, e arriverà a Heatrhrow, Londra, intorno alle 8.30 del mattino (ora inglese).
“Chiediamo una forte presa di posizione dell’Unione Europea, con un commissariamento nei confronti del Governo di Brown” dichiarano i leader del Gruppo EveryOne, che ha preso in consegna il caso, Roberto Malini, Matteo Pegoraro e Dario Picciau. “Il Regno Unito continua imperterrito nel violare le convenzioni internazionali sui diritti umani e sui diritti dei rifugiati, nonché le direttive e i regolamenti europei che disciplinano le richieste di asilo: lo ha fatto con la lesbica iraniana Pegah Emambakhsh,negandole lo status di rifugiata per non poter provare la sua omosessualità; lo ha ripetuto, appena un mese fa,” continuano “con la deportazione nel Ghana di Ama Sumani, malata terminale di cancro che aveva chiesto disperatamente di potersi curare in Inghilterra, a causa dell’impossibilità di farlo nel suo Paese d’origine.”
Il Gruppo EveryOne chiede ufficialmente al Parlamento Europeo e all’Alto Commissario per i Rifugiati dell’ONU, António Guterres, di far sì che venga subito fermata la deportazione del ragazzo e venga concesso allo stesso, nell’immediato, lo status di rifugiato. E’ di appena il 31 gennaio scorso la presa di posizione della Commissione Europea, secondo cui “gli Stati membri non possono espellere o rifiutare lo status di rifugiato alle persone omosessuali senza tenere conto del loro orientamento sessuale, delle informazioni sulla relativa situazione nel paese di origine, ivi comprese le disposizioni legislative e regolamentari e il modo in cui sono applicate”.
“E’ ora che quanto espresso dalla Commissione europea divenga realtà” concludono i rappresentanti di EveryOne. “Invitiamo tutta la società civile a esprimere il proprio sdegno nei confronti dell’operato del Governo Britannico, che mina ai valori della libertà e della dignità stessa della persona”.

La storia completa del giovane, nonché la sua testimonianza, inviata all'Iranian Queer Organization, è disponibile in italiano sul sito www.everyonegroup.com.
Per ulteriori informazioni:
Gruppo EveryOne
Tel: (+ 39) 334-8429527

www.everyonegroup.com :: info@everyonegroup.com

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