Associazione Fondazione LUCIANO MASSIMO CONSOLI

8 maggio 2008

OMODIARIO : TEMPO DI PRIDE !

Alemanno partecipi al Roma Pride

"Il gay Pride non è un´ostentazione o un´esibizione del proprio orientamento sessuale, ma un momento di riflessione per le persone lesbiche, gay e trans che per secoli sono state costrette a nascondersi". Lo afferma in una nota Fabrizio Marrazzo, presidente di arcigay Roma.

"E´ un´occasione per ribadire la necessità di provvedimenti legislativi contro la discriminazione e a tutela delle coppie di fatto, norme che esistono nella maggioranza dei paesi europei e di cui anche l´Italia ha bisogno per crescere sotto tutti i punti di vista - aggiunge - I Pride sono un´occasione di dibattito pubblico e infatti il Comune di Roma ha sempre concesso il patrocinio.

Ci auguriamo che anche quest´anno possa essere così e invitiamo il sindaco Alemanno a partecipare al Pride di Roma del 7 giugno, per conoscere da vicino il senso profondo del Pride e le storie di migliaia di cittadini che non vedono riconosciuti i propri diritti".

"Nei giorni scorsi il sindaco Alemanno ha più volte affermato che la sua Amministrazione non intende discriminare nessuno e che intende proseguire le buone pratiche intraprese dalle precedenti giunte - continua Marrazzo - Per questo sottoponiamo nuovamente la piattaforma messa a punto da arcigay Roma e ArciLesbica Roma perché possa dare inizio a un confronto costruttivo per tutti". [OMNIROMA]

Cominciamo bene

Apprendiamo da un’intervista rilasciata oggi dal neo sindaco di Roma Giovanni Alemanno cosa egli pensa del Gay Pride. Egli afferma infatti di ritenerlo una forma aggressiva di manifestare il proprio modo di essere ed è quindi contrario ad un evento di questo tipo che, secondo lui, è una forma di esibizionismo sessuale tout court.

Il Circolo di Cultura omosessuale Mario Mieli, organizzatore del RomaPride dal 1994, aiuta il Sindaco a conoscere una realtà che egli evidentemente non conosce affatto. Da sempre il Gay Pride non è mai stato e non sarà mai una mera “ostentazione sessuale”. Si tratta invece di un momento di richiesta di diritti negati alle persone gay, lesbiche, bisessuali e transgender, di un corteo pacifico, gioioso, colorato e allegro e di rivendicazione politica al quale partecipano, ogni anno di più, centinaia di migliaia di persone, quindi esattamente tutto il contrario dei concetti di aggressione e ostentazione.

Anche quest’anno, il 7 giugno, il RomaPride sarà un corteo di civile partecipazione che darà valore e risalto ai temi della libertà, della laicità e della pari dignità per tutti i cittadini.

Inoltre di un Gay Pride non si discute in Consiglio comunale, in quanto esiste la libertà di manifestare. Tutt’al più se ne possono discutere delle modalità tecniche ed il patrocinio, che normalmente è oggetto dell’attività del Sindaco e/o degli Assessori. Con le sua parole, probabilmente il sindaco Alemanno dimostra che è in attesa di tale richiesta, che gli sarà prontamente formulata.

Rossana Praitano – [Presidente Circolo di Cultura Omosessuale ‘Mario Mieli’]

Caro Alemanno, venga da noi prima di parlar male del gay pride

Caro sindaco Alemanno,

leggo le sue dichiarazioni sul Gay Pride, secondo cui esso sarebbe "una manifestazione di esibizionismo sessuale", anche un po' aggressivo e decido di scriverle per farle notare alcune cose. Già nel GayPride Nazionale di Roma dell'anno scorso, visto il momento difficile per la comunità gay (legge sui Dico affossata in Parlamento), la quasi totalità dei transessuali, decise spontaneamente di sfilare più coperta del solito. Giornali e televisioni, non contenti delle immagini di quel giorno dovettero rivangare vecchie immagini di repertorio per poter dare la loro deviata e pruriginosa informazione sul Pride. Perché, invece di "leggere" il Pride sui giornali, non viene davvero a vederlo, come le ha chiesto Imma Battaglia?

Troverà centinaia di migliaia di cittadini e cittadine romani, che sfilano con i vestiti di tutti giorni. Perché, come uomo delle istituzioni, non chiede alla stampa e alle televisioni, di non mostrare immagini eccessive che sono oltretutto minoritarie? Non lo dico certo per perbenismo, ma perché anche a me sembra ogni volta una strumentalizzazione, dare del Gay Pride una sola immagine. In questi giorni Aurelio Mancuso, presidente di Arcigay Nazionale, ha chiesto alla comunità GLBT di sfilare al prossimo pride bolognese con il vestito del proprio mestiere.

Le faccio notare, inoltre, che le strade di Roma, ogni notte, sono teatro di esibizionismo sessuale ben peggiore, da parte di centinaia di migliaia di uomini, che mette a rischio anche la sicurezza stradale. Pensi alla Salaria, un autentico bordello a cielo aperto, dove trovano sfogo davvero troppi bravi padri di famiglia, oltre tutto con ragazzine nemmeno maggiorenni. Mi auguro che come sindaco la sua priorità sia difendere quelle donne dallo sfruttamento punendo chi crea pericolo alla cittadinanza.

Di recente ho difeso la croce celtica che porta al collo. Per qualcuno è un simbolo di morte perché viene equiparata alla svastica. Lei ha spiegato perché la porta al collo, per ragioni affettive, ed io credo che all'oggettività dei simboli, dobbiamo pur aggiungere l'umanità che essi posseggono e il valore soggettivo che gli si conferisce. Non metterei mai bocca sulla sacralità dell'amicizia. Credo, semplicemente, nelle parole che dice.

Provi ora a fare lo stesso esercizio per il Gay Pride, manifestazione che ricorda il giorno in cui un gruppo di trans, a New York, si ribellò alle botte e agli stupri quotidiani dei poliziotti. Esso per la comunità gay ha un valore simbolico. Il colore, le piume, la musica, ove ci sono, sono simboli di gratitudine verso chi, per primo, si è ribellato.

Caro Alemanno, oggi lei è anche il mio sindaco ed io, pur militando nel PD, faccio parte di quei 70.000 che si sono rifiutati di votare Rutelli. Le cose che lei dice sul Gay Pride, sono le stesse che pensano molti miei compagni di partito, quindi non ne faccio affatto un momento di scontro politico, ma la richiesta di una semplice cittadina al suo sindaco. Che sia il sindaco di tutti: venga a vedere che cosa è il gay pride.

Si stupirà di venire accolto con gioia, tanto siamo abituati ad essere rifiutati, persino da chi dovrebbe essere dalla nostra parte. Faccia questa cosa rivoluzionaria, creda nelle mie parole come io credo nelle parole dei ragazzi di Colle Oppio quando dicono di non essere più fascisti. Anche questo è un passaggio di riconciliazione nazionale. Pensi ai tanti sindaci di destra delle capitali occidentali che sfilano al Gay Pride.

E superi anche lei il pensiero che l'omosessualità distrugge la famiglia. Noi facciamo parte delle famiglie eterosessuali e combattiamo per vedere riconosciute le nostre, a volte i migliori interpreti di questo valore, per la forza con cui lo desideriamo.

Cristiana Alicata [militante del Pd e del GLBT, scrittrice]

Daniele Priori : “dal Sindaco Alemanno parole di rispetto e buon senso. Noi siamo pronti a sfilare al gay pride in giacca e cravatta”

“Le dichiarazioni di Alemanno rispettose e sensate senza essere buoniste e ipocrite come quelle dei vecchi amministratori di sinistra, dimostrano una volta di più che la gente di Roma non ha sbagliato a dare fiducia al Popolo della Libertà. Siamo sempre più certi che con il nuovo sindaco e la sua squadra di assessori si potrà parlare con franchezza di rispetto per le diversità attraverso interventi mirati e saggi che tutelino la comunità gay romana in materia di sicurezza e assistenza. Qualcosa che, lo diciamo con franchezza, riguarda la vita di tutti i giorni e ci interessa di più di un corteo carnevalesco di un giorno soltanto”.

Con queste parole Daniele Priori, vicepresidente di GayLib (gay liberali di centrodestra) commenta le frasi del sindaco di Roma, Gianni Alemanno.

“In merito alla contrarietà all’esibizionismo omo o eterosessuale cui fa cenno il sindaco – prosegue Priori – GayLib è stata forse la prima associazione a invocare in tempi non sospetti un Pride in giacca e cravatta. I tempi sono cambiati. Il centrodestra italiano sta dando già le prove di una effettiva evoluzione in quello che gli stessi militanti hanno voluto chiamare Popolo della Libertà. I gay che in massa hanno sostenuto il partito berlusconiano seguiranno la svolta e daranno il segno del cambiamento rispondendo positivamente, già da questo Pride, all’appello antiesibizionista del sindaco di Roma”.

Daniele Priori [Vice Presidente GayLib]

Il pride nacque da un lancio di tacchi a spillo

I Pride non sono dei funerali e sono nati grazie a travestite e trans.

E’ divertente vedere come il piccolo gruppo di GayLib, gay di destra, si agiti in questi giorni di affermazione elettorale del centro destra. Oggi è arrivato persino a chiedere che al Pride si sfili in giacca e cravatta, cosa che per chi da anni organizza faticosamente questo grande evento, è ridicola e senza senso.

Invece di dare acriticamente ragione ad Alemanno, GayLib farebbe bene ad incitare il sindaco di Roma a seguire un corso accellerato di cosa accade in tutto il mondo, dove i sindaci di tutti gli orientamenti politici patrocinano e partecipano alle iniziative del Pride.

D’altronde GayLib non ha molta dimistichezza della materia, visto che non si è mai misurata con una manifestazione di massa, che è possibile grazie al lavoro silenzioso e generoso di centinaia di volontari delle associazioni nazionali e di importanti realtà storiche locali.

Che i sindaci siano di destra o di sinistra poco importa, quello che conta sono i gesti concreti, così come avviene a Bologna, dove il Sindaco Sergio Cofferati ha oggi invitato i tre portavoce del Pride nazionale del 28 giugno, Emiliano Zaino, Paola Brandolini e Marcella Di Folco, ad un incontro ufficiale in Comune. Ricordo inoltre che il Comune di Bologna patrocina tutti gli eventi culturali e sociali in preparazione della sfilata.

Tutto il resto sono parole al vento! Ci piacerebbe poi, che un’associazione gay non si accodasse alle richieste di politici che evidentemente non hanno mai visto un Pride, di non scandalizzare la pubblica morale. Come il gruppo gay di destra sa, la stragrande maggioranza dei e delle partecipanti alla sfilata sono vestitI in maglietta e jeans.

Noi, comunque, siamo contenti e contente che insieme a noi sfilino travestiti e trans con costumi colorati e bellissimi: ci ricorda che il 28 giugno 1969 furono proprio loro, e non i gay in giacca e cravatta, a dare vita al movimento lgbt mondiale, con la rivolta al locale storico dello Stonewall di New York, rispondendo alle botte della polizia con il lancio dei tacchi a spillo!

Chi non ha memoria, chi rinnega le proprie origini, non farà mai molta strada.

Aurelio Mancuso [Presidente Arcigay]

P.S. Rimane in piedi la mia personale proposta di cominciare ad organizzare spezzoni del Pride per affinità e mestieri, come accade in tanti Pride del mondo.

Paola Concia :”Usciamo dagli stereotipi. Alemanno mi faccia da cavaliere e andiamo a vedere insieme il film che racconta la vita normale di una coppia gay”

Come Alemanno ha potuto constatare sulla sua pelle a proposito del Gay Pride, ogni volta che in Italia si parla di omosessualità, partono le polemiche perché se ne parla in modo sbagliato. Lo invito a fare una cosa fuori dagli schermi: perché la prossima settimana non mi fa da cavaliere e mi accompagna al cinema?

Da venerdì 9 fino al 15 maggio sarà in sala a Roma, al cinema Politecnico Fandango, il film Improvvisamente l’inverno scorso, menzione speciale della giuria al Festival di Berlino, che racconta la vita quotidiana di una coppia gay e le difficoltà dovute all’assenza di una legge sulle unioni civili che ne garantisca i diritti.

Il film descrive come gli omosessuali vivono la loro vita ed è la dimostrazione di come nel nostro paese ci sia un’immagine stereotipata delle persone lesbiche e gay che condiziona poi in modo negativo anche il dibattito sui diritti civili. Sarebbe una bella serata e utile, ne sono sicura.

Paola Concia [Deputata del PD]

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