Quattro anni fa moriva Luciano Massimo Consoli, la sua e la nostra storia … il ricordo dei compagni e delle compagne di tante lotte che hanno conosciuto Massimo.
4novembre2007
Cari Compagni,
con il cuore colmo di dolore e di amarezza comunico la morte di MASSIMO CONSOLI, avvenuta nel pomeriggio di domenica 4 novembre 2007 nella sua casa alle Frattocchie in prossimità di Roma.
Era un mio amico.
Era un mio confratello per aver partecipato, anche lui, alla fondazione del MOVIMENTO DI LIBERAZIONE OMOSESSUALE INTERNAZIONALE, impegno che proveniva fin dal 1965, quando Massimo prese la tessera del COC, il Movimento Omosessuale Olandese.
In seguito dalla sua dimora olandese, ad Amsterdam, Massimo ebbe delle intuizioni profetiche, come quella della CARTA DI AMSTERDAM per la piena Emancipazione degli, di tutti gli, Omosessuali.
Proprio come un Profeta d'altri tempi, Massimo assiduamente, testardemente, tennacemente, ha sempre lavorato per abbattere il razzismo antiomosessuale e rendere cosciente ogni omosessuale del diritto ad essere sè stesso.
LAVORO INGRATO svolto, per la gran parte, in estrema solitudine, quasi esiliato dalla stessa cosiddetta comunità omosessuale, specialmente italiana.
Non ha avuto, infatti, Massimo il sostegno del cosiddetto più numeroso movimento omosessuale italiano, l'ARCI GAY (ma che si basa sulle SAUNE E SUGLI SCOPIFICI), che lo ha sempre bollato se non di fascismo, di conservatorismo e quasi quasi perbenismo. Che ottusità.
MASSIMO CONSOLI ha dedicato la sua vita, le sue energie, i suoi beni economici per la LIBERAZIONE OMOSESSUALE.
Massimo Consoli è morto in solitudine, anche se attorniato dall'amato figlio adottivo.
Il F.U.O.R.I.! si inchina di fronte la memoria di questo PROFETA, la cui vita è un esempio di come deve essere ogni FROCIO che si rispetti, e che voglia vivere solarmente la propria individua identità.
Grazie MASSIMO dormi in PACE!
Nicolino Tosoni [Frocio Radicale Unico (F.R.U.), Presidente del “F.U.O.R.I.” !]
8novembre2007
Dobbiamo molto a Massimo per le tante cose che ci ha insegnato: la sua umanità, la coerenza, la profonda onestà intellettuale, la grande capacità di ascolto, la profondità teorica, la sua modestia naturale, quasi schiva, che gli aveva fatto guadagnare il rispetto di tutti. E poi la sua tenerezza, insieme all'ironia sottile, colta, schietta, contro tutti i protocolli.
Per questo cerco di non scadere al rango di celebrazione retorica svuotata perciò di senso e riempita di melensaggini.
Gli anni passati potranno magari confondere cronologie ed eventi ma indelebili rimarranno il ricordo e l’immagine di Massimo che si è sempre espresso in piena coerenza con la convinzione che, con il cambiare dei tempi, la società di un’Italia virile , cattolica e fascista non avesse più alibi di ben altre necessità e chi si occupasse della posizione degli omosessuali e non che non fosse recepita, con mancanza di acume, come trascurabile minoranza.
Con immensa generosità ha sempre messo a disposizione di tutti e tutte le proprie competenze ed esperienze dimostrando uno smisurato impegno e senso di partecipazione e responsabilità.
Anarchico, libero da qualsiasi appartenenza politica, disinteressato delle alchimie partitiche, è sempre stato competitivo nei pensieri e nelle azioni. La sua vita è e rimane un soggetto pasolinianamente “eretico”.
Da sincera persona rispettosa [dico rispettosa e non superficialmente e spocchiosamente “tollerante”] di ogni identità, di ogni minoranza che fa la nostra ricchezza di individui non posso che cercare di continuare a dare il mio modesto contributo affinché si sollecitino le coscienze per rimetterle duramente in discussione.
Massimo è riuscito a farci commuovere, indignare, inorridire e riflettere. Noi siamo oggi, confessiamocelo, molto più fortunati, almeno nel nostro contesto occidentale, e con tutte le ovvie riserve che ben conosciamo [discriminazioni latenti, violenze e attacchi gratuiti].
Tutto ciò invita tutti noi a riprendere il vigoroso e speranzoso ottimismo dell’azione, della mobilitazione e dell’impegno.
Occorre coraggio, serio senso critico, lucida coscienza morale di quanto accade ancora oggi. Voltarsi e far finta di nulla significa veramente annullare il senso più autentico dell’esistenza di Massimo.
Facciamo si che valori come la giustizia, la libertà, i diritti civili e sociali siano globali, così come globale dovrebbe essere il riconoscimento dei valori fondanti la dignità e i diritti della persona, e sia pure declinati nelle varie realtà e nelle varie culture.
Ebbene, io credo di sì, credo valga veramente la pena rimettersi in discussione e riprendere il cammino di Massimo. La priorità è riconquistare voce e vivere in una società laica, libera e dirittuale.
Ciao Massimo. Hai fatto il cammino giusto.
Paolo Violi [Gajamente Critical Forum Glbtq] – Socio Fondatore dell’Associazione 'Fondazione Luciano Massimo Consoli’]
9dicembre2007
Gayi amic** e compagn** della Comunità Varia,
queste parole non vogliono essere una sorta di commemorazione o di “ricordo” di Massimo Consoli, anzi voglio affermare che ciò è lontano anni luce dalle mie intenzioni anche perché sarebbe inutilmente retorico e so che Massimo non lo avrebbe gradito affatto.
Chiunque lo abbia conosciuto, di persona o attraverso le sue azioni nel mondo, sa benissimo che Massimo è mort* per sempre e ne era assolutamente consapevole.
Spero con tutto il mio affetto che dovunque sia il suo spirito, ammesso e non dimostrato che sia da qualche parte, sia finalmente libero, come ha sempre desiderato e cercato di essere: liber* di amare e di essere amat*, liber* tra liber**: mi piace pensare che ci sia vicino, vicino alla Comunità varia, come amava chiamarci.
Ma sono assolutamente consapevole che l'amic* e compagn* delle mie riflessioni di adolescente, di lotte rivoluzionarie, di affetti speciali, di idee e azioni nate dal cuore e dall'indignazione contro la violenza del POTERE, da quello piccolissimo del chiunque a quello delle immani Chiese di tutti i tipi, non c'è più. E siccome ognuno è singolo e singolare e irripetibile non ci sarà nessuno più come lui.
Devo, dobbiamo, prendere atto di ciò, senza paura e senza tristezza, ma con la chiara coscienza che il cammino iniziato con lui non deve essere interrotto o peggio abbandonato.
Ci ha lasciato la sua opera e la sua intera vita: non è poco, e dobbiamo farne tesoro per continuare a lottare per continuare a costruire il mondo dei liber**, partendo ciascun* da sé stess*. [vedi Appendix]
E ha lasciato a ciascun* di noi il testimone, nessun* esclus* e senza divisioni.
Sarò felice se riuscirò a proseguire ancora finché potrò nel cammino che iniziammo assieme tanti anni fa’ e che ci ha portato tante e diverse esperienze e anche qualche traguardo di tappa.
L'obbiettivo è ancora e sempre più chiaro alla mia mente e al mio cuore e anche se mi mancano i suoi occhi occhialuti e la sua voce al telefono avverto la sua presenza amica accanto al mio cuore ancora più di prima, che continua a ricordarmi le cose da fare, che lui non può organizzare, ma che vuole e desidera si facciano per continuare a procedere verso il mondo degli umani in amore e in pace che sognavamo da ragazzi e che non smetteremo di costruire.
[appendice] Lui non c'è più, ma quel POTERE, contro cui ha lottato senza altre armi che il suo cuore, il suo cervello e il suo corpo, quello che è sempre contro i singol** perché singolar**, divers** da quelli che esso vuole e pretende per sfruttare il loro corpo e la loro anima a suo esclusivo vantaggio, senza render nulla in cambio se non favole, disperazione e morte civile, quello c'è ancora.Quel POTERE che per autoconservarsi e autoriprodursi sempre più totalizzante uccide fin da piccolissimi, anzi prima ancora di nascere, la coscienza di sé, della propria capacità di amare gli altri esseri, umani e non, c' è ed è sempre più subdolo, multiforme, pericoloso per la vita e l'intelligenza umana e per la stessa sopravvivenza del pianeta.Quel POTERE che tende in ogni modo ad estirpare fin nel ricordo quella innata capacità di AMORE che è RISPETTO dell'identità di chiunque altro da sè, amic* o nemic* che sia, usa a suo solo vantaggio tutto ciò che non riesce a sottrarsi, attraverso l'intelligenza e l'amore, alla sua azione totalizzante e mortale.Solo l'amore fatto di rispetto dell'altro da sé, la con-passione di cuore, corpo e cervello riuniti, senza menzogne e ipocrisie, è la parte più alta e sana dell'umanità: coltivarlo, preservarlo, farlo crescere ogni giorno ognun* dentro di sé e attraverso sé è l' unica occasione per gli umani di vera rivoluzione e riscatto contro tutti Poteri.Questa convinzione, questa coscienza, Massimo l'ha coltivata nella sua vita fin da quando, tanti anni fa, nel secolo scorso, ne ebbe percezione. Scaturiva dalle nostre letture e dai nostri studi, dall'osservazione di noi stessi e della società degli esseri che ci circondavano, dal confronto del passato palese e nascosto col presente in divenire, dal bisogno di non accontentarsi mai di ciò che è proclamato vero dal potere e dai suoi accoliti con una sorta di "etichettatura etica", ma di scavare caparbiamente nelle azioni e nel racconto di esse, la Storia, per ritrovarvi, dentro le emozioni e gli affetti troppo spesso nascosti e mascherati, l'uman*, quell* autenticamente vitale e viv* ancora dentro ciascun* di noi.Così comprendemmo come il POTERE omai da secoli e secoli cataloga , ovvero applica un’ "etichetta ", un marchio etico, alle persone per meglio usarle ai suoi scopi, che sono sempre contro l'Amore e contro l'essenza dell'umanità di ciascuno, etichetta diversa per ciascun gruppo, per meglio controllarne le azioni e le reazioni anche singolarmente. E che tali etichette sono sistemi di catalogazione basati sulla divisione e le divisioni non hanno alcun altro scopo che quello di creare e fomentare mancanza di rispetto, contrapposizione, invidia, rivalità, odio, conflittualità, violenza, fino all'estrema conseguenza dell'autodistruzione.Tutto il contrario dell'Amore insomma, che è sempre fonte di cretività e rispetto reciproco dell'altr*, del divers* da sé.Assumere su di sé, volontariamente e coscientemente, con fierezza, un'etichetta "negativa", quella di omosessuale, etichetta di difforme-da-quanto-riconosciuto-dal-potere-come-utile-alla sua-conservazione-e-perpetuazione attraverso la perpetuazione della specie umana secondo le logiche e le prescrizioni del Potere medesimo, è stato un grande atto di coraggio e di ribellione. Ma anche una decisa presa di posizione contro il sistema dell'etichettatura discriminatoria che ha sempre trovato il suo maggior alimento nella vergogna e nella pavida connivenza degli "etichettati" , che per il solo fatto di esserlo hanno cercato e cercano in ogni modo di cambiarla con un'altra, "eticamente positiva" e quindi accettabile ( e connivente) con il Potere.Questa consapevolezza penso renda più facile comprendere la radice profonda dell'intera opera di Massimo, che ha coinciso con la sua intera vita, e le sue implicazioni.Sono convint* che la lotta contro il sistema di etichettatura del potere e delle sue nefaste conseguenze per il genere umano sia ancora tutta da combattere, e a cominciare da ciascun* all'interno di sé, per liberarsene assieme ai condizionamenti relativi e assumere la propria inalienabile identità davanti e dentro al mondo.Ri-conoscersi per quello che si è e non per quello che si vorrebbe/dovrebbe dimostrare agli altri ( al Potere in ultima analisi) di essere non è opera da poco, per nessun*, perchè tutto congiura contro la sincerità e la lealtà dell'individu* ad identificarsi e farsi identificare per quel che è, nud* e bell* e senza paura di essere ciò che sa di essere ed è.Massimo vi ha lavorato per la sua intera vita e questo ci ha lasciato, come eredità d'amore e come compito da portare avanti ciascun* e tutt**, fino a compimento. Ci ha lasciato anche molte indicazioni del percorso attraverso i suoi scritti, le sue azioni, la sua opera instancabile di documentazione.
p.s. Gli * sono il risultato di una lunga discussione tra Massimo e me, quando cercavamo un modo per eliminare la connotazione di genere (maschile-femminile) nel discorso scritto ( in attesa di trovare soluzione per quello parlato). Lui propose di usare come finale la vocale u ( al singolare) ma trovammo qualche difficoltà per il plurale: visto che le vocali in italiano sono solo a e i o u e le altre (a e i o) erano già in uso rimaneva disponibile solo la u. Proposi di utilizzare per il plurale la r che in altre lingue è considerata semivocale, ma il risultato era buffissimo sul piano fonetico-linguistico e così fu scartato.Così optai per l' asterisco * singolo per singolare, ** doppio per plurale, che fu immediatamente utilizzato negli scritti, anche se nel discorso parlato ancora non abbiamo trovato una soluzione. Ecco qualcosa su cui cimentarsi....
Alba Montori [Segretaria dell’Associazione ‘Fondazione Luciano Massimo Consoli’]
29 novembre 2004
Cari Compagni,
con il cuore colmo di dolore e di amarezza comunico la morte di MASSIMO CONSOLI, avvenuta nel pomeriggio di domenica 4 novembre 2007 nella sua casa alle Frattocchie in prossimità di Roma.
Era un mio amico.
Era un mio confratello per aver partecipato, anche lui, alla fondazione del MOVIMENTO DI LIBERAZIONE OMOSESSUALE INTERNAZIONALE, impegno che proveniva fin dal 1965, quando Massimo prese la tessera del COC, il Movimento Omosessuale Olandese.
In seguito dalla sua dimora olandese, ad Amsterdam, Massimo ebbe delle intuizioni profetiche, come quella della CARTA DI AMSTERDAM per la piena Emancipazione degli, di tutti gli, Omosessuali.
Proprio come un Profeta d'altri tempi, Massimo assiduamente, testardemente, tennacemente, ha sempre lavorato per abbattere il razzismo antiomosessuale e rendere cosciente ogni omosessuale del diritto ad essere sè stesso.
LAVORO INGRATO svolto, per la gran parte, in estrema solitudine, quasi esiliato dalla stessa cosiddetta comunità omosessuale, specialmente italiana.
Non ha avuto, infatti, Massimo il sostegno del cosiddetto più numeroso movimento omosessuale italiano, l'ARCI GAY (ma che si basa sulle SAUNE E SUGLI SCOPIFICI), che lo ha sempre bollato se non di fascismo, di conservatorismo e quasi quasi perbenismo. Che ottusità.
MASSIMO CONSOLI ha dedicato la sua vita, le sue energie, i suoi beni economici per la LIBERAZIONE OMOSESSUALE.
Massimo Consoli è morto in solitudine, anche se attorniato dall'amato figlio adottivo.
Il F.U.O.R.I.! si inchina di fronte la memoria di questo PROFETA, la cui vita è un esempio di come deve essere ogni FROCIO che si rispetti, e che voglia vivere solarmente la propria individua identità.
Grazie MASSIMO dormi in PACE!
Nicolino Tosoni [Frocio Radicale Unico (F.R.U.), Presidente del “F.U.O.R.I.” !]
8novembre2007
Dobbiamo molto a Massimo per le tante cose che ci ha insegnato: la sua umanità, la coerenza, la profonda onestà intellettuale, la grande capacità di ascolto, la profondità teorica, la sua modestia naturale, quasi schiva, che gli aveva fatto guadagnare il rispetto di tutti. E poi la sua tenerezza, insieme all'ironia sottile, colta, schietta, contro tutti i protocolli.
Per questo cerco di non scadere al rango di celebrazione retorica svuotata perciò di senso e riempita di melensaggini.
Gli anni passati potranno magari confondere cronologie ed eventi ma indelebili rimarranno il ricordo e l’immagine di Massimo che si è sempre espresso in piena coerenza con la convinzione che, con il cambiare dei tempi, la società di un’Italia virile , cattolica e fascista non avesse più alibi di ben altre necessità e chi si occupasse della posizione degli omosessuali e non che non fosse recepita, con mancanza di acume, come trascurabile minoranza.
Con immensa generosità ha sempre messo a disposizione di tutti e tutte le proprie competenze ed esperienze dimostrando uno smisurato impegno e senso di partecipazione e responsabilità.
Anarchico, libero da qualsiasi appartenenza politica, disinteressato delle alchimie partitiche, è sempre stato competitivo nei pensieri e nelle azioni. La sua vita è e rimane un soggetto pasolinianamente “eretico”.
Da sincera persona rispettosa [dico rispettosa e non superficialmente e spocchiosamente “tollerante”] di ogni identità, di ogni minoranza che fa la nostra ricchezza di individui non posso che cercare di continuare a dare il mio modesto contributo affinché si sollecitino le coscienze per rimetterle duramente in discussione.
Massimo è riuscito a farci commuovere, indignare, inorridire e riflettere. Noi siamo oggi, confessiamocelo, molto più fortunati, almeno nel nostro contesto occidentale, e con tutte le ovvie riserve che ben conosciamo [discriminazioni latenti, violenze e attacchi gratuiti].
Tutto ciò invita tutti noi a riprendere il vigoroso e speranzoso ottimismo dell’azione, della mobilitazione e dell’impegno.
Occorre coraggio, serio senso critico, lucida coscienza morale di quanto accade ancora oggi. Voltarsi e far finta di nulla significa veramente annullare il senso più autentico dell’esistenza di Massimo.
Facciamo si che valori come la giustizia, la libertà, i diritti civili e sociali siano globali, così come globale dovrebbe essere il riconoscimento dei valori fondanti la dignità e i diritti della persona, e sia pure declinati nelle varie realtà e nelle varie culture.
Ebbene, io credo di sì, credo valga veramente la pena rimettersi in discussione e riprendere il cammino di Massimo. La priorità è riconquistare voce e vivere in una società laica, libera e dirittuale.
Ciao Massimo. Hai fatto il cammino giusto.
Paolo Violi [Gajamente Critical Forum Glbtq] – Socio Fondatore dell’Associazione 'Fondazione Luciano Massimo Consoli’]
9dicembre2007
Gayi amic** e compagn** della Comunità Varia,
queste parole non vogliono essere una sorta di commemorazione o di “ricordo” di Massimo Consoli, anzi voglio affermare che ciò è lontano anni luce dalle mie intenzioni anche perché sarebbe inutilmente retorico e so che Massimo non lo avrebbe gradito affatto.
Chiunque lo abbia conosciuto, di persona o attraverso le sue azioni nel mondo, sa benissimo che Massimo è mort* per sempre e ne era assolutamente consapevole.
Spero con tutto il mio affetto che dovunque sia il suo spirito, ammesso e non dimostrato che sia da qualche parte, sia finalmente libero, come ha sempre desiderato e cercato di essere: liber* di amare e di essere amat*, liber* tra liber**: mi piace pensare che ci sia vicino, vicino alla Comunità varia, come amava chiamarci.
Ma sono assolutamente consapevole che l'amic* e compagn* delle mie riflessioni di adolescente, di lotte rivoluzionarie, di affetti speciali, di idee e azioni nate dal cuore e dall'indignazione contro la violenza del POTERE, da quello piccolissimo del chiunque a quello delle immani Chiese di tutti i tipi, non c'è più. E siccome ognuno è singolo e singolare e irripetibile non ci sarà nessuno più come lui.
Devo, dobbiamo, prendere atto di ciò, senza paura e senza tristezza, ma con la chiara coscienza che il cammino iniziato con lui non deve essere interrotto o peggio abbandonato.
Ci ha lasciato la sua opera e la sua intera vita: non è poco, e dobbiamo farne tesoro per continuare a lottare per continuare a costruire il mondo dei liber**, partendo ciascun* da sé stess*. [vedi Appendix]
E ha lasciato a ciascun* di noi il testimone, nessun* esclus* e senza divisioni.
Sarò felice se riuscirò a proseguire ancora finché potrò nel cammino che iniziammo assieme tanti anni fa’ e che ci ha portato tante e diverse esperienze e anche qualche traguardo di tappa.
L'obbiettivo è ancora e sempre più chiaro alla mia mente e al mio cuore e anche se mi mancano i suoi occhi occhialuti e la sua voce al telefono avverto la sua presenza amica accanto al mio cuore ancora più di prima, che continua a ricordarmi le cose da fare, che lui non può organizzare, ma che vuole e desidera si facciano per continuare a procedere verso il mondo degli umani in amore e in pace che sognavamo da ragazzi e che non smetteremo di costruire.
[appendice] Lui non c'è più, ma quel POTERE, contro cui ha lottato senza altre armi che il suo cuore, il suo cervello e il suo corpo, quello che è sempre contro i singol** perché singolar**, divers** da quelli che esso vuole e pretende per sfruttare il loro corpo e la loro anima a suo esclusivo vantaggio, senza render nulla in cambio se non favole, disperazione e morte civile, quello c'è ancora.Quel POTERE che per autoconservarsi e autoriprodursi sempre più totalizzante uccide fin da piccolissimi, anzi prima ancora di nascere, la coscienza di sé, della propria capacità di amare gli altri esseri, umani e non, c' è ed è sempre più subdolo, multiforme, pericoloso per la vita e l'intelligenza umana e per la stessa sopravvivenza del pianeta.Quel POTERE che tende in ogni modo ad estirpare fin nel ricordo quella innata capacità di AMORE che è RISPETTO dell'identità di chiunque altro da sè, amic* o nemic* che sia, usa a suo solo vantaggio tutto ciò che non riesce a sottrarsi, attraverso l'intelligenza e l'amore, alla sua azione totalizzante e mortale.Solo l'amore fatto di rispetto dell'altro da sé, la con-passione di cuore, corpo e cervello riuniti, senza menzogne e ipocrisie, è la parte più alta e sana dell'umanità: coltivarlo, preservarlo, farlo crescere ogni giorno ognun* dentro di sé e attraverso sé è l' unica occasione per gli umani di vera rivoluzione e riscatto contro tutti Poteri.Questa convinzione, questa coscienza, Massimo l'ha coltivata nella sua vita fin da quando, tanti anni fa, nel secolo scorso, ne ebbe percezione. Scaturiva dalle nostre letture e dai nostri studi, dall'osservazione di noi stessi e della società degli esseri che ci circondavano, dal confronto del passato palese e nascosto col presente in divenire, dal bisogno di non accontentarsi mai di ciò che è proclamato vero dal potere e dai suoi accoliti con una sorta di "etichettatura etica", ma di scavare caparbiamente nelle azioni e nel racconto di esse, la Storia, per ritrovarvi, dentro le emozioni e gli affetti troppo spesso nascosti e mascherati, l'uman*, quell* autenticamente vitale e viv* ancora dentro ciascun* di noi.Così comprendemmo come il POTERE omai da secoli e secoli cataloga , ovvero applica un’ "etichetta ", un marchio etico, alle persone per meglio usarle ai suoi scopi, che sono sempre contro l'Amore e contro l'essenza dell'umanità di ciascuno, etichetta diversa per ciascun gruppo, per meglio controllarne le azioni e le reazioni anche singolarmente. E che tali etichette sono sistemi di catalogazione basati sulla divisione e le divisioni non hanno alcun altro scopo che quello di creare e fomentare mancanza di rispetto, contrapposizione, invidia, rivalità, odio, conflittualità, violenza, fino all'estrema conseguenza dell'autodistruzione.Tutto il contrario dell'Amore insomma, che è sempre fonte di cretività e rispetto reciproco dell'altr*, del divers* da sé.Assumere su di sé, volontariamente e coscientemente, con fierezza, un'etichetta "negativa", quella di omosessuale, etichetta di difforme-da-quanto-riconosciuto-dal-potere-come-utile-alla sua-conservazione-e-perpetuazione attraverso la perpetuazione della specie umana secondo le logiche e le prescrizioni del Potere medesimo, è stato un grande atto di coraggio e di ribellione. Ma anche una decisa presa di posizione contro il sistema dell'etichettatura discriminatoria che ha sempre trovato il suo maggior alimento nella vergogna e nella pavida connivenza degli "etichettati" , che per il solo fatto di esserlo hanno cercato e cercano in ogni modo di cambiarla con un'altra, "eticamente positiva" e quindi accettabile ( e connivente) con il Potere.Questa consapevolezza penso renda più facile comprendere la radice profonda dell'intera opera di Massimo, che ha coinciso con la sua intera vita, e le sue implicazioni.Sono convint* che la lotta contro il sistema di etichettatura del potere e delle sue nefaste conseguenze per il genere umano sia ancora tutta da combattere, e a cominciare da ciascun* all'interno di sé, per liberarsene assieme ai condizionamenti relativi e assumere la propria inalienabile identità davanti e dentro al mondo.Ri-conoscersi per quello che si è e non per quello che si vorrebbe/dovrebbe dimostrare agli altri ( al Potere in ultima analisi) di essere non è opera da poco, per nessun*, perchè tutto congiura contro la sincerità e la lealtà dell'individu* ad identificarsi e farsi identificare per quel che è, nud* e bell* e senza paura di essere ciò che sa di essere ed è.Massimo vi ha lavorato per la sua intera vita e questo ci ha lasciato, come eredità d'amore e come compito da portare avanti ciascun* e tutt**, fino a compimento. Ci ha lasciato anche molte indicazioni del percorso attraverso i suoi scritti, le sue azioni, la sua opera instancabile di documentazione.
p.s. Gli * sono il risultato di una lunga discussione tra Massimo e me, quando cercavamo un modo per eliminare la connotazione di genere (maschile-femminile) nel discorso scritto ( in attesa di trovare soluzione per quello parlato). Lui propose di usare come finale la vocale u ( al singolare) ma trovammo qualche difficoltà per il plurale: visto che le vocali in italiano sono solo a e i o u e le altre (a e i o) erano già in uso rimaneva disponibile solo la u. Proposi di utilizzare per il plurale la r che in altre lingue è considerata semivocale, ma il risultato era buffissimo sul piano fonetico-linguistico e così fu scartato.Così optai per l' asterisco * singolo per singolare, ** doppio per plurale, che fu immediatamente utilizzato negli scritti, anche se nel discorso parlato ancora non abbiamo trovato una soluzione. Ecco qualcosa su cui cimentarsi....
Alba Montori [Segretaria dell’Associazione ‘Fondazione Luciano Massimo Consoli’]
29 novembre 2004
da diffondere subito dopo la mia scomparsa
Luciano Massimo Consoli
Luciano Massimo Consoli
Ai miei fratelli e sorelle gay, lesbiche, trans, etero, e a chiunque si senta destinatario di questo messaggio.
Non so se sono riuscito ad avere una qualche influenza su di voi. Non so se ho costruito qualcosa che resistera' all'usura o alla noia del tempo. Non so se avete capito che il mio "insegnamento", il mio "messaggio" (trovate voi il termine che preferite), in realta', si riassume in un semplice concetto bipolare: amore e rispetto.
Ecco, se la mia vita e' stata utile a qualcosa, spero che sia servita a farvi capire che la cosa piu' importante di tutte e' il volersi bene. E' il portarsi rispetto.
Questo e' il segreto che mi ha permesso di superare tutte le difficolta' e di andare sempre avanti per la mia strada, senza lasciarmi distrarre o sviare da nulla o da chicchessia.
Oggi posso dire che non riesco a odiare nessuno, nemmeno chi ha cercato ripetutamente di farmi del male, nemmeno chi e' riuscito a crearmi ostacoli insormontabili. Per quelle persone che mi detestano profondamente, ho un gran dolore. Mi dispiace per loro perche', evidentemente, devono soffrire molto.
Forse, c'e' qualche responsabilita' anche da parte mia: avro' fatto qualcosa che li ha irritati o indignati. In ogni caso ripeto che mi dispiace perche' non era di certo questa la mia intenzione. Chiedo scusa a chiunque ce l'abbia con me.
Non credo che ci siano i buoni in assoluto o i malvagi in assoluto. Molto dipende dalle circostanze, dalle situazioni, da chi si ha di fronte, da variabili infinite e imprevedibili e incontrollabili.
Cercate di capire i problemi degli altri. Cercate di immedesimarvi nelle loro difficolta'. Sforzatevi di giustificare il vostro nemico, e vi accorgerete che, in realta', in lui potete vedere la vostra stessa immagine che lo specchio non riesce a riflettervi come dovrebbe. Dopodiche', se siete sicuri di voi stessi, delle vostre idee, andate avanti per la vostra strada senza farvene distogliere da niente e da nessuno.
Nella nostra lotta, ancora lunga, ancora imprevedibile, ancora difficile, abbiamo bisogno della partecipazione di ognuno di noi, ognuno di voi.
Comunque, voglio insistere su questo: vi voglio bene, siete stati la mia famiglia e tutto quello che ho fatto e' dovuto solamente all'amore che ho avuto per voi, che siete sempre stati una parte di me stesso.
Luciano Massimo Consoli
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