Cari Amici;
Ho appreso due ore fa della clamorosa, silenziosa, meditata, libera e tragica scelta operata da Roberta Tatafiore di lasciarci, andandosene, lasciandosi morire come Saffo.Sono sconvolto, sinceramente.
Roberta era una mia amica da cinque anni. Un grande nome del giornalismo impegnato. Una femminista critica, una grande donna. Ci voleva bene. Apprezzava GayLib, ci definiva dei coraggiosi. Con lei ho condiviso due avventure splendide. Me l'aveva presentata Giordano Bruno Guerri cinque anni fa, quando entrambi ci divertivamo a libertare su quel magnifico Indipendente. Poi le telefonate, i costanti appuntamenti, gli inviti a "fare una rimpatriata" di quell'esperienza. La morte, però, per lei fu qualcosa di più.
Qualcosa, forse, che aveva a che fare molto con la vita, oppure quella prateria immaginaria, piena di fiori di loto, con la vita non aveva proprio niente a che fare. Non lo sapremo mai.
Sul Secolo di domani dovrebbe comparire anche un mio timido e inebetito ricordo, scritto così, appena appresa la notizia dall'amica Maya, della Associazione 'Fondazione Luciano Massimo Consoli', anima femminista e libertaria come quella di Roberta.
E' stata una scelta deliberata e convinta, quella della Tata, come mi si presentava quando chiamava al telefono. Ma, da giovane amico, avrei proprio voluto che non l'avesse mai fatta, per sentirla ancora ridere di gusto, col sapore roco della sua voce mai triste. Ciao Tata! Da me e dai tuoi lettori che, di certo, staranno qua e là per la piccola grande Italia libertaria che si riconosce e ha amato,come me, i tuoi scritti a briglie sciolte.
Daniele Priori [Vicepresidente 'GayLib']
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