In una serata d'inizio estate a Giarre, tra l'Etna e il mare, ci siamo ritrovati nel Palazzo della Cultura a ricordare una tragedia mai dimenticata di trent'anni fa.
A distanza di tanto tempo ancora non c'è giustizia per due giovani vite spezzare e distrutte per sempre dall'omofobia, dall'ipocrisia, dall'omertà con cui ancora l'intera società civile è costretta a combattere.
Ancora non c'è alcuna certezza su quanto accadde, né chi materialmente uccise, anche se è chiaro il perchè: l'omofobia diffusa e viscerale, che ha impedito perfino che i corpi dei due giovani innamorati venissero seppelliti assieme, come assieme, abbracciati, erano morti.
E chiedere a gran voce giustizia e riconoscimento di pari dignità all'amore in tutte le sue forme alle istituzioni, a partire dal Sindaco e dall'Assessore alla Cultura del Comune di Giarre che hanno partecipato con passione all'iniziativa promossa da Arcigay Sicilia con l'appoggio di tutte le associazioni LGBT siciliane, assieme a chi rimane di coloro che all'indomani della tragedia chiesero a gran voce conto alla politica e alla società regionale e nazionale, senza avere altra risposta che il silenzio.
Un'esperienza emozionante, in cui amici e compagni di lotte per i diritti mai interrotte si sono ritrovati in un abbraccio ideale di grande respiro, di affettuosità persino struggente per l'intensità con cui ci si è ritrovati a rivivere ricordi mai dimenticati, amici che non ci sono ormai più, azioni e lotte che ancora oggi, a ben trent'anni di distanza chiedono con urgenza di ottenere soluzione, necessariamente politica, perchè cessino le violenze che si giustificano dell'assenza di diritti, di rispetto, di uguaglianza nella società civile.
L'assemblea degli intervenuti, coordinata da Agata Ruscica, presidente regionale di Arcigay, e promotrice dell'iniziativa, ha vissuto momenti di altissima emozione e coinvolgimento forte, sia per la gente LGBT presente, sia per i rappresentanti istituzionali. E gli interventi di Paolo Patané, presidente di Arcigay nazionale, giarrese e all'epoca dei fatti dodicenne, di Piero Montana, poeta e militante del Fuori, promotore della politica dalla parte dei diritti dei gay, e della sua cultura, nella comunità bagherese e palermitana fin dal 1976, di Saro Pettinato, avvocato, senatore, radicale che da sempre si batte a difesa dei diritti anche dei gay, la presenza di tutte le associazioni GLBT siciliane, dell'associazione Radicale Certi Diritti, della Associazione ‘Fondazione Luciano Massimo Consoli’, oltre che dei media regionali, hanno costituito un messaggio forte per il Sindaco, che ha accolto la richiesta di istituire a Giarre il registro per le unioni civili, almeno simbolicamente, paritario per tutte le coppie aspiranti ad esser riconosciute pubblicamente come una famiglia. A conclusione una fiaccolata silenziosa fino al monumento ai Caduti. Perché Tony e Giorgio sono morti per la libertà di amarsi tra loro pubblicamente che fu loro negata dalla violenza omofoba, che ancora non è stata debellata nel nostro Paese e che può essere eliminata solamente rispettando e facendo rispettare i principi di parità di diritti, a cominciare da quello di costruire pubblicamente il proprio progetto di vita di coppia/famiglia con chi si ama.
Alba Montori
Alba Montori
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