Quest'anno ricorre il ventesimo anniversario dell'orribile sacrificio di Alfredo Ormando.
Si diede fuoco il 13 gennaio 1998, proprio nel mezzo della Piazza San Pietro , Vaticano: Alfredo si è "IMMOLATO".
Proprio come fece Jan Palach il 19 gennaio 1969 per rivendicare la libertà della sua Cecoslovacchia dall'oppressione sovietica, proprio come tanti sacerdoti tibetani hanno continuato a fare fino a pochi anni fa contro il regime cinese, seguendo il terribile esempio di Thích Quảng Ðức,monaco buddhista vietnamita immolatosi a Saigon l'11 giugno 1963 in atto di estrema protesta verso la politica del presidente del Vietnam del Sud, il cattolico Ngô Đình Diệm.
Il gesto terribile di Alfredo, come le sue motivazioni e la conoscenza di gran parte della sua vita e della sua opera, passata la novità e l'orrore degli anni immediatamente successivi, sono progressivamente rimaste sepolte nelle nebbie dell'indifferenza per la propria Storia, praticata da gran parte della cosiddetta Comunità LGBT, ammesso che tale "comunità" esista o sia mai esistita.
Dopo la scomparsa di Massimo Consoli, Peter Boom , Vinicio Diamanti, tanto per citare i più noti, ne sono rimasti ben pochi altri, di attivisti per il diritto della gente omosessuale ad essere cittadina del mondo e della Storia alla pari con chiunque altro: solo un manipolo di intellettuali rimasti da mezzo secolo sulle barricate persiste nell'opera paziente e tenace di coltivare la memoria dei propri eroi.
Tra questi certamente c'è da sempre Piero Montana, artista eclettico e attivista a tempo pieno per i diritti civili, fondatore del FUORI! Palermo già nel lontano 1976, che ha vissuto questa tragedia da impotente spettatore ma anche da omosessuale, attivista politico, intellettuale, e siciliano.
Egli si è in un certo senso assunto il compito di preservare la memoria e l'opera di Alfredo Ormando, siciliano come lui, nella sua città, Bagheria, certamente dimostratasi più ospitale di San Cataldo dov'era nato e vive tuttora la famiglia di Alfredo. E sta portando avanti da anni questo compito con passione politica e affetto.
Proprio in questi giorni ho saputo che in questo compito ha potuto godere dell'aiuto dell'ultimo amico di Alfredo, che gli ha lasciato in sua memoria tutti materiali librari, oggetti e documenti personali, mobili compresi, della sua stanza-studio. Piero Montana, che all'epoca era consigliere del Sindaco di Bagheria per le questioni omosessuali, li ha fatti collocare nella Biblioteca Comunale di Bagheria Francesco Scaduto, mettendoli in tal modo a disposizione delle persone che vogliono studiarli.
Il lascito è unico, perché riguarda la vita e le opere di un uomo che ha posto fine in modo altamente drammatico alla sua vita al colmo di una depressione inguaribile, frutto del troppo disprezzo e della denigrazione costante da parte della famiglia, delle autorità religiose (era un fervente cattolico), degli editori e delle troppe persone con cui aveva tentato nella sua vita di interfacciarsi senza riuscirci.
Purtroppo finora ben poche persone hanno avuto la possibilità di leggere gli scritti di Ormando, a parte la famosa lettera che scrisse a un amico prima di partire per il suo ultimo viaggio e il comunicato che inviò direttamente all'ANSA, che non poté non pubblicarlo, con le motivazioni del suo tremendo gesto di denuncia, sopra tutto nei confronti della Chiesa Cattolica.
Si tratta quindi di documenti molto preziosi perché in originale, mentre quelli conservati nel Fondo Consoli all'Archivio Centrale dello Stato sono copie integrali che lo stesso Massimo Consoli ebbe direttamente da Piero Montana. Ed essi sono conservati nella Biblioteca Scaduto di Bagheria, assieme ai libri e ai documenti autografi le coppe e i premi che Alfredo aveva ricevuto per le sue opere
Personalmente trovo terribile, oltre al gesto estremo dell'immolazione, che almeno qualcuno, come noi della Fondazione Consoli continua caparbiamente a ricordare, che la discriminazione subita in vita da Alfredo coinvolga anche le sue opere, al punto che tranne pochissime persone nessuno le abbia mai lette.
Trovo intollerabile che la "damnatio" di cui è stato oggetto in vita si prolunghi così lontano nel tempo e nello spazio: a me manca tantissimo poter leggere quel che ci ha lasciato, scritto praticamente col sangue, questa persona così "scomoda" e disperata.
Sono certa che la chiave per comprendere davvero la sua tragedia sia in ciò che ha scritto, perciò sono grata al suo amico ormai scomparso e a Montana per aver conservato amorevolmente e messo a disposizione la sua produzione artistica e personale, ma credo che dovremo anche riuscire a fare in modo di leggerli davvero, questi scritti scandalosi...
E noi della Fondazione Consoli certamente dovremo trovare il modo di farli uscire allo scoperto, poiché in un mondo dove ormai ci sono più scrittori che lettori, specie tra la gente omolesbotransqueer, penso sia davvero indispensabile promuovere e rendere possibile a trecentosessanta gradi una lettura integrale, una analisi completa e collettiva di ciò che Alfredo Ormando ci ha lasciato a costo della sua vita: sarà certamente il modo migliore per rendere omaggio alla sua persona e non solo al suo martirio.
Alba Montori
Fondazione Luciano MASSIMO CONSOLI
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