Associazione Fondazione LUCIANO MASSIMO CONSOLI

18 febbraio 2008

OMOSESSUALITA'? ...si può uscirne !

un'altra chicca dall'amico Salvuccio, oggi è davvero scatenato!
E menomale, perchè i nostri media su queste news sono sorde e mute....
alba
p.s.
a me quel sig.Mario Palmaro citato qui sotto mi fa venire una gran voglia di scrivergli qualcosa

"Omosessualità ? Si può uscirne."
- Un punto di vista anti-gay

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http://www.narth.com/docs/omos.html

NARTH.com [l'articolo aggiornato, 8 Febbraio 2008]

NARTH [National Association for Research & Therapy for Homosexuality]
upholds the rights of individuals with unwanted homosexual
attractions to receive effective psychological care, and the right of
professionals to offer that care.

NARTH is a non-profit, educational organization dedicated to
affirming a complementary, male-female model of gender and sexuality.
Founded in 1992, we are a community of psychiatrists, psychologists,
certified social workers, professional and pastoral counselors and
other behavioral scientists, as well as laymen from a wide variety of
backgrounds such as law, religion, and education. We welcome the
participation of all individuals who will join us in the pursuit of
these goals.

NARTH president: Joseph J. Nicolosi, Ph.D., (Encino, California,
USA); Director, Thomas Aquinas Psychological Clinic, Psychologist.

http://omosessualitaeidentita.blogspot.com/2007/07/omosessualita-si-puo-uscirne.html

OmosessualitaEIdentita.blogspot.com [15 luglio 2007]

[SI PUO CAMBIARE: DALL'OMOSESSUALITA' SI PUO' USCIRE. LO SCOPO DI
QUESTO BLOG E' QUELLO DI FORNIRE INFORMAZIONI UTILI (ARTICOLI,
TESTIMONIANZE DI EX OMOSESSUALI, LINKS, INTERVISTE, ESTRATTI DI
TESTI, TRADUZIONI DA SITI WEB IN LINGUA INGLESE, ECC.) PER
COMPRENDERE L'OMOSESSUALITA' E SOPRATTUTTO PER USCIRNE.]

"Omosessualità ? Si può uscirne."
... di Mario Palmaro - docente presso l'ateneo "Regina apostolorum" di Roma -
mario.palmaro@ tiscalinet. it

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L'omosessualità è una condizione patologica. Dalla quale, se si
vuole, si può uscire. Ma l'azione di una potente lobby gay mira a
nascondere questa verità.

L'omosessualità come fatto normale. Da almeno trent'anni nella
società occidentale opera una potente lobby che vuole far entrare
nella testa della gente questa semplice idea: l'omosessuale è come un
mancino, certo più raro delle persone che usano la mano destra, ma
non per questo giudicato una persona "che sbaglia". Insomma: "gay è
bello" almeno quanto essere un eterosessuale. Chiunque sostenga il
contrario, perde il diritto di parlare nel grande salotto del
villaggio globale e viene liquidato come un intollerante che
discrimina gli omosessuali, che li odia e che li considera individui
pericolosi e senza speranza. Ovviamente, si tratta di un'accusa
completamente falsa, che vuole solo neutralizzare la verità: e cioè
che l'omosessualità è una condizione patologica, che ostacola la
piena realizzazione della persona.

Un nuovo concetto di normalità ...

Siamo di fronte a una classica operazione di ingegneria sociale che
vorrebbe trasformare una normalità di tipo sociologico in una
normalità di tipo antropologico morale: se gli omosessuali sono
presenti in numero rilevante, e la gente li approva, allora significa
che essere gay è un comportamento assolutamente innocente del punto
di vista etico. Non a caso, il Movimento di Liberazione Gay, fondato
a New York nel 1969, rivendica due cose: la tolleranza, intesa come
piena eguaglianza sociale, economica, politica e giuridica
dell'omosessuale in quanto tale; e l'approvazione, intesa come l'idea
diffusa che l'omosessualità sia una cosa normale. Ma se questa lobby
gay si presenta all'opinione pubblica orgogliosa e compatta, ben
diversa è la realtà esistenziale delle singole persone che vivono
questa condizione: una vita segnata spesso dalla sofferenza e
dall'inquietudine, aggravate dagli atteggiamenti urlati e provocatori
del movimento d'opinione che cavalca la tigre della trasgressione
sessuale. C'è un paradosso che molti ignorano: il primo passo per
aiutare gli omosessuali è riconoscere serenamente che in quella
condizione essi vivono male. Anche quando sia apparentemente
accettata con serenità, l'omosessualità non sarà mai compatibile con
i livelli più profondi della persona.

L'omosessualità come malattia ...

Dunque, giornali, TV, film, situation comedy sono pesantemente
condizionate da questa lobby omosessuale, che ogni giorno muove
qualche piccolo passo per "normalizzare" l'immagine dei gay agli
occhi del pubblico. Le tecniche utilizzate sono molto simili a quelle
messe in campo dalla lobby femminista negli anni Settanta, quando
film e telefilm furono invasi da donne-giudice, donne-poliziotto,
donne-soldato, allo scopo di suscitare processi di immedesimazione
nel pubblico femminile. Oggi, le fiction Tv e i film si riempiono di
personaggi che non nascondono, e anzi ostentano la loro
omosessualità , come affermazione di una categoria socialmente
rilevante: il pubblico assimila così il messaggio subliminale che non
c'è proprio nulla di strano ad assumere pubblicamente il "ruolo" di
omosessuale, felice e contento della propria condizione. Anche nel
campo della psichiatria e della psicanalisi la lobby gay ha
esercitato fortissime pressioni per indurre gli studiosi a un
riconoscimento della normalità della omosessualità . La gente non sa
un fatto clamoroso: i tre grandi pionieri della psichiatria - Freud,
Jung e Adler - consideravano l'omosessualità come una patologia.
Oggi, invece, il termine omosessualità è scomparso dai manuali
psichiatrici delle malattie mentali. Ma, come scrive lo psicologo
americano Joseph Nicolosi, nessun tipo di ricerca sociologica o
psicologica spiega tale cambiamento di tendenza, e nessuna prova
scientifica è stata fornita per confutare 75 anni di ricerche
cliniche sull'omosessualità come stato patologico.

Omosessuale "per natura" ...

Spesso, i gay credono di essere nati tali. La stessa opinione
pubblica è portata a pensare che certe persone "sono fatte così, e
non c'è nulla che possano fare per cambiare". Il riconoscimento
giuridico e sociale dell'omosessualità sarebbe scontato, se fosse
scientificamente provato che essa è una condizione innata. Ma è stato
provato esattamente il contrario: e cioè che i fattori genetici e
ormonali non svolgono un ruolo determinante nello sviluppo della
omosessualità . Possono predisporre, ma mai predeterminare
l'omosessualità . Dunque, non esiste alcun "gene dell'omosessualità "
che costringa una persona a essere tale. Possono esservi invece
condizioni innate che rendono più facile lo scivolamento verso
l'omosessualità . Ma l'essere gay resta un fenomeno prettamente
psicologico.

Guarire si può ...

Il vero scoop, in termini giornalistici, è proprio questo: che dalla
omosessualità è possibile liberarsi. Non si tratta di un'affermazione
teorica, o di un auspicio di natura morale: autorevoli psicologi che
da anni lavorano in questo campo possono documentare
numerose "guarigioni" di persone gay che - ovviamente senza alcun
tipo di costrizione - hanno iniziato una cura psicanalitica seria, e
sono completamente usciti dal tunnel di una personalità incompiuta.
Certo, il primo passo di questo non facile cammino è riconoscersi
bisognosi di aiuto, e infrangere il luogo comune imposto dai media
secondo cui, al contrario, bisognerebbe arrendersi al fatto che
omosessuali si nasce. Nulla di più falso: innumerevoli studi hanno
ormai dimostrato che l'orientamento omosessuale è legato a una serie
complessa di fatti accaduti alla persona durante l'infanzia e
l'adolescenza. Questa rivelazione dimostra che la lobby gay non solo
fa del male alle persone che afferma di voler tutelare, ma, ancor di
più, induce l'opinione pubblica a trascurare una serie di
informazioni educative che potrebbero in molti casi prevenire
l'insorgere del problema. Sappiamo, ad esempio, che nel vissuto di
moltissimi omosessuali maschi adulti c'è un padre evanescente; e
spessissimo c'è una famiglia sfasciata, un divorzio. Non a caso,
anche qui il miglior modo per prevenire è difendere la famiglia,
recuperando in particolare la figura di un padre affettuoso ma
autorevole, capace di dettare delle regole e dei divieti. In questo
senso, i movimenti di liberazione omosessuale sono degli acerrimi
nemici della famiglia.

L'insegnamento della Chiesa ...

La Chiesa cattolica continua a insegnare - in perfetta fedeltà alla
Sacra Scrittura e alla Tradizione - che "gli atti di omosessualità
sono intrinsecamente disordinati, contrari alla legge naturale, e in
nessun caso possono essere approvati" (Catechismo della Chiesa
Cattolica, n. 2357). Il Magistero tiene distinti i comportamenti
dalle tendenze: poiché la genesi psichica dell'omosessualità rimane
in gran parte inspiegabile, la semplice presenza di tale tendenza non
costituisce una colpa, e anzi le persone che si trovano in questa
condizione devono essere accolte "con rispetto, compassione,
delicatezza" (n. 2358). Ma è altrettanto evidente che le persone
omosessuali sono chiamate alla castità e alla perfezione cristiana,
traendo forza dalla preghiera e dalla grazia (n. 2359). Proprio
questa parte del Catechismo sembra confermare la reale possibilità di
cambiamento, cui la psicanalisi offre oggi importanti
prospettive: "in questo senso - scrive Padre Livio Fanzaga - c'è
affinità di vedute tra prospettiva scientifica e pastorale della
Chiesa, scienza e morale qui procedono insieme verso un traguardo
positivo di fiducia e di speranza". Dall'omosessualità si può guarire.


Bibliografia ...

Joseph Nicolosi, "Omosessualità maschile: un nuovo approccio,"
SugarCo Edizioni, Milano 2002.

G. Van den Aardweg, "Omosessualità e speranza," Ares, Milano 1985.

"Catechismo della Chiesa Cattolica," Editrice Vaticana, n. 2357-2359.

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