CASO MARRAZZO, AZIONE TRANS E GAYLIB: "MAGISTRATURA DOVEVA PROTEGGERE LA TESTIMONE CHIAVE BRENDA. VICENDA SEMPRE PIU' FOSCA E ORRIBILE. SI FACCIA DEFINITIVAMENTE CHIAREZZA"
La presidente di Azione Trans, Francesca Eugenia Busdraghi e l'associazione GayLib (gay di centrodestra) esprimono profondo sconcerto e numerosi interrogativi per la orribile morte che avrebbe coinvolto la transessuale Brenda, testimone chiave del cosiddetto "caso Marrazzo", vicenda che ha portato, come è noto, alle dimissioni l'ex presidente della Regione Lazio, esponente di spicco del Partito Democratico.
"Proprio oggi, giornata internazionale del ricordo delle troppe transessuali uccise nel mondo (T.D.O.R.) ci chiediamo - dichiara Francesca Eugenia Busdraghi - se la Magistratura non avrebbe dovuto tenere sotto sorveglianza e protezione la testimone chiave di una vicenda sempre più ingarbugliata. La risposta, purtroppo, ce l'abbiamo già - prosegue Busdraghi - e nel dolore umano per la morte violenta quanto misteriosa di una persona, non possiamo non affermare che probabilmente il fattaccio si sarebbe potuto e dovuto evitare attraverso accortezze che comunemente vengono garantite ai protagonisti di fattispecie simili".
"Di certo la trans - conclude la presidente di Azione Trans - si era trovata in un affare molto più grande di lei e, non scordiamolo, appena la settimana scorsa era stata vittima di una violenta aggressione, addebitata da una stampa a un gruppo di romeni. Ora leggiamo di una fine tanto terribile. Crediamo vi sia almeno materiale sufficiente a riflettere".
"E' sconvolgente - aggiungono il presidente nazionale e il segretario politico di GayLib, Enrico Oliari e Daniele Priori - che nella vicenda torbida che ha visto coinvolto l'ex governatore Piero Marrazzo nell'arco di due mesi ci si trova a contare il secondo morto. La vicenda sta oggettivamente assumendo contorni oltremodo foschi e il pensiero che vi potrebbero essere, stando sempre alle dichiarazioni delle trans e dello spacciatore morto a settembre, altri personaggi politici coinvolti dei quali non si conoscono i nomi, fa semplicemente rabbrividire. Da ultimo, al di là di ogni altra considerazione - concludono Oliari e Priori - non si può oggi non rivolgerle un pensiero di profonda pietà alla povera Brenda oltre all'auspicio che la magistratura faccia definitivamente luce su una brutta storia che si sta aggravando di giorno in giorno".
GayLib e Azione Trans
Francesca Eugenia Busdraghi [Presidente Azione Trans]
Enrico Oliari [Presidente Nazionale GayLib]
Daniele Priori [Segretario Politico e Referente Lazio GayLib]
MORTE DI BRENDA: QUANTO AVVENUTO NEL ‘TRANSGENDER DAY OF REMEMBRANCE’ E’ UN ESEMPIO LAMPANTE DELLA PENOSA SITUAZIONE IN CUI SI TROVA L’ITALIA
dichiarazione di Sergio Rovasio, Segretario Associazione Radicale ‘Certi Diritti’:
“E’ difficile credere che quella di Brenda sia una morte accidentale o un suicidio. Crediamo invece che quanto avvenuto sia esattamente quello che un banalissimo copione di film gialli avrebbe previsto per ‘eliminare’ una persona ‘scomoda’, che poteva dare fastidio a qualcuno che si ritiene intoccabile, certamente ‘altolocato’ come molti lo sono in modo miserabile in questo paese.
Purtroppo questa è l’Italia di oggi, che vive simili tragedie come se nulla fosse. Brenda sarà ‘usata’ da qualche lacchè di regime, da qualche viscido servo che strumentalizzerà la sua immagine per alimentare un po’ di cronaca nera parlando di ‘misteri italiani’, di cui non gliene importa davvero nulla, e nemmeno gli importa della condizione e del contesto nel quale le persone transessuali sono costrette a vivere.
Questi miserabili, che impongono il sonno della ragione a milioni di italiani, sono esattamente coloro che non parlano mai di diritti per le persone lesbiche, gay, transessuali ma anzi, impongono di loro una visione ridicola e patetica, alimentando l’ipocrisia e la falsità: quelle del peccato e dell’assoluzione, del proibizionismo criminogeno, dell’omofobia e della transfobia, dell’odio e della violenza appunto.
Noi continueremo la nostra lotta nonviolenta per la difesa dei diritti civili e umani delle persone LGBT. Questa penosa classe dirigente offre oggi all’Italia la tragica morte di una persona transessuale, nel giorno del ‘Transgender Day of Remembrance’: un altro drammatico ‘record’ di cui vergognarsi”.
E’ MORTA BRENDA
Si infittisce il mistero sul caso Marrazzo. E’ stata trovata morta carbonizzata la trans brasiliana Brenda, coinvolta nella vicenda di sesso, droga e ricatti che ha portato alle dimissioni del presidente della Regione. Brenda era in queste condizioni nel suo appartamento, un seminterrato trasformato in appartamento, in via Due Ponti, a Roma. Il corpo - secondo fonti dalla polizia scientifica - non presenta segni di violenza. Secondo le prime testimonianze, accanto al cadavere era stata trovata una bottiglia di whisky. Ma le sue colleghe avrebbero riferito che ieri sera Brenda era sobria anche se molto giù di morale: avrebbe detto loro che non ce la faceva più ad andare avanti. Un particolare significativo: nel suo appartamento sono stata trovate delle valigie pronte. Forse si preparava a lasciare Roma e l’Italia.
I vicini - la trans viveva in un deposito adibito ad appartamento - hanno riferito di aver sentito del trambusto nella notte provenire da quell’appartamento, ma solo poco dopo le 4, quando si è sviluppato l’incendio, sono stati chiamati i pompieri.
La transessuale brasiliana coinvolta nel caso per i rapporti che avrebbe intrattenuto con Marrazzo, era stata ascoltata in procura a Roma, come testimone, nell’ambito dell’inchiesta sul presunto ricatto ai danni dell’ex presidente della Regione Lazio il 2 novembre scorso. L’audizione del viado svolta di fronte al procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo e dal sostituto Rodolfo Sabelli doveva chiarire tra l’altro, la questione dell’esistenza di un secondo video in cui apparirebbe Marrazzo e del quale hanno fatto cenno alcuni transessuali.
Pochi giorni dopo, il 9 novembre, Brenda era rimasta coinvolta in una rissa dalla quale era uscita con ferite al volto. Era stata fermata dai carabinieri in via Biroli, sulla via Cassia. I militari in quell’occasione dovettero difendersi perché la trans dava in escandescenza. In quell’occasione gli era stato anche rubato il telefono cellulare.
Brenda è il secondo morto della vicenda Marrazzo. Il primo è Gianmarino Cafasso, protettore di transessuali, stroncato da un’overdose di cocaina nel settembre scorso in circostanze non ancora del tutto chiarite: l’allarme, infatti, fu dato solo la mattina dopo dalla trans che era con lui.
[ La Repubblica ]
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