Una bottiglia di vino rosso appoggiata sulla tomba, e una torta con il suo nome e una bandiera con i colori dell’arcobaleno. Si rinnova, come ogni anno, la commemorazione di Karl Heinrich Ulrichs, scrittore, poeta e giurista, considerato patriarca del movimento di liberazione omosessuale in Europa. Ma proprio nel giorno delle celebrazioni a 185 anni dalla nascita, i simpatizzanti giunti da più parti d’Italia hanno trovato una brutta sorpresa ad attenderli: la piazza intitolata a nome del letterato tedesco, nei pressi del Castello, è stata ribattezzata con un pannello in compensato, fissato col cellophane. La nuova iscrizione fa riferimento a un vigile del fuoco e guida turistica. E’ facile che si tratti di una goliardata realizzata in questi mesi di post-terremoto, in cui la piazza non è ancora accessibile al pubblico. “Probabilmente – spiegano alcune persone intervenute alla commemorazione – si tratta di uno scherzo tra le squadre impegnate nel recupero dei beni culturali che magari poco o nulla sanno di Ulrichs, difficile che si tratti di una provocazione, ne chiederemo comunque la rimozione”. Del resto, come ha ricordato l’ex consigliere comunale, Antonio Di Giandomenico, “l’intitolazione della piazza è stata supportata da un pronunciamento ufficiale dell’amministrazione cittadina”. Il fatto che nessuno se ne sia accorto per tanto tempo è dovuto alla parziale inagibilità della piazza.

Tra le associazioni che hanno preso parte alla commemorazione anche GayLib, rappresentata dal segretario, Daniele Priori, e dal suo compagno Ciri Ceccarini, entrambi soci della "Fondazione Luciano Massimo Consoli", promotrice dell'iniziativa. "Noi torniamo felici e solidali anche quest'anno all'Aquila a celebrare la laicità ante litteram di Karl Ulrichs, negli stessi giorni in cui un po' tutti i politici di professione fanno la fila per farsi benedire dal meeting di Cl a Rimini. La Germania che costrinse Ulrichs all'esilio oggi, grazie alle politiche liberali di Angela Merkel e Guido Westervelle, è capofila europeo nella stagione dei nuovi diritti, mentre il nostro Paese resta, sempre più isolato, attaccato al palo di una vacatio legis ogni giorno più imbarazzante che ci allontana drammaticamente dall'Europa".
Fabio Iuliano
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