Nel giorno dello stop alla legge sul legittimo impedimento, rigettato anche il ricorso del governo contro l'articolo 48 della finanziaria dell'Emilia Romagna. "Garantito l'accesso ai servizi pubblici a tutte le persone senza disparità di trattamento nè discriminazioni".
La Corte costituzionale ha rigettato il ricorso del governo contro l'articolo 48 della finanziaria regionale, presentato a febbraio 2010. Lo fa sapere la Regione Emilia-Romagna in una nota in cui precisa che "la Corte costituzionale, rigettando il ricorso del governo contro l'articolo 48 della finanziaria regionale del 2009, ha avallato la correttezza della norma regionale che garantisce l'accesso ai servizi pubblici a tutte le persone senza disparità di trattamento nè discriminazioni". Secondo la Consulta, come spiega il comunicato della giunta Errani, "la Regione non ha invaso alcuna competenza esclusiva dello Stato, nè tentato di definire una nuova disciplina delle forme di convivenza diverse dal matrimonio, ma solo richiamato principi di uguaglianza e di non discriminazione peraltro già previsti dalla Costituzione e dai trattati europei".
Sergio Lo Giudice (Pd), ex presidente dell'Arcigay, commenta: "Oggi, grazie alla Corte costituzionale, lo Stato di diritto ha battuto Berlusconi 2-0. Nel giorno dello stop alla legge sul legittimo impedimento, la Consulta ha detto 'no' al ricorso del Governo contro la Regione Emilia Romagna che, con la Finanziaria per il 2010 ha garantito parità di accesso ai servizi a tutte le famiglie, senza distinzione di status giuridico o di orientamento sessuale. E' un bel giorno per chi crede nella democrazia come promozione della libertà di scegliere liberamente il proprio progetto di vita e le forme da dare al proprio amore". Il capogruppo del Pd in Regione, Marco Monari aggiunge: "Non c'era alcun intento di normare il concetto di famiglia. In questo caso si stava parlando d'altro, ovvero della garanzia di accesso ai servizi".
La Corte costituzionale ha rigettato il ricorso del governo contro l'articolo 48 della finanziaria regionale, presentato a febbraio 2010. Lo fa sapere la Regione Emilia-Romagna in una nota in cui precisa che "la Corte costituzionale, rigettando il ricorso del governo contro l'articolo 48 della finanziaria regionale del 2009, ha avallato la correttezza della norma regionale che garantisce l'accesso ai servizi pubblici a tutte le persone senza disparità di trattamento nè discriminazioni". Secondo la Consulta, come spiega il comunicato della giunta Errani, "la Regione non ha invaso alcuna competenza esclusiva dello Stato, nè tentato di definire una nuova disciplina delle forme di convivenza diverse dal matrimonio, ma solo richiamato principi di uguaglianza e di non discriminazione peraltro già previsti dalla Costituzione e dai trattati europei".
Sergio Lo Giudice (Pd), ex presidente dell'Arcigay, commenta: "Oggi, grazie alla Corte costituzionale, lo Stato di diritto ha battuto Berlusconi 2-0. Nel giorno dello stop alla legge sul legittimo impedimento, la Consulta ha detto 'no' al ricorso del Governo contro la Regione Emilia Romagna che, con la Finanziaria per il 2010 ha garantito parità di accesso ai servizi a tutte le famiglie, senza distinzione di status giuridico o di orientamento sessuale. E' un bel giorno per chi crede nella democrazia come promozione della libertà di scegliere liberamente il proprio progetto di vita e le forme da dare al proprio amore". Il capogruppo del Pd in Regione, Marco Monari aggiunge: "Non c'era alcun intento di normare il concetto di famiglia. In questo caso si stava parlando d'altro, ovvero della garanzia di accesso ai servizi".
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