“Un omosessuale normale” è l’ultimo libro di Angelo Pezzana, autore, attivista e politico italiano, fondatore del primo movimento di liberazione omosessuale in Italia (Fuori). Edito da Stampa Alternativa, il libro è un diario, un’autobiografia dove si parla di tutto ciò che in qualche modo ha influenzato la sua vita e di come l’omosessualità si colloca nella sua esperienza privata e pubblica. Nel suo diario Pezzana racconta le difficoltà nel definire la propria identità di gay, ma anche e soprattutto le sue battaglie per i diritti civili degli omosessuali. A partire dai ricordi d’infanzia, la prima percezione del sesso, i viaggi, le persone incontrate, la scoperta del mondo omosessuale. Fino alla politica, l’omofobia, la cronaca nera, le leggi, il sesso e l’amore. Tra polemica ed ironia i libro ripercorre la vita dell’autore che si intreccia con la storia del movimento gay.
Lei è stato uno dei primi attivisti del movimento omosessuale in Italia. Vuole spiegarci meglio come inizia la sua campagna politica?
"Su noi gay troppe battute e poche riforme", queste le sue parole in una precedente intervista. Quali sono i passi di una giusta politica affinché si possa parlare anche in Italia di cambiamento culturale?
Gli anni che abbiamo davanti sono quelli dell'affermazione dell'uguaglianza giuridica. Nessun pastrocchio offensivo tipo DICO o CUS, gli omosessuali devono avere gli stessi diritti degli eterosessuali. Né uno più né uno in meno. Su questo c'è in Italia una forte mancanza di cultura laica, tutti i partiti, tranne quello radicale, sono in qualche modo sottomessi al potere clericale.
Nel suo diario troviamo a tal proposito una lettera al Presidente del consiglio Silvio Berlusconi. Vuole anticiparne il contenuto?
In altri paesi, penso alla Spagna, l'uguaglianza legislativa è stata raggiunta con un governo di centro destra, le battaglie civili devono essere trasversali. Ho cercato di farlo capire a Berlusconi, visto che la sinistra è stata incapace di ragionare correttamente su questi temi, mi sono detto vediamo se una buona legge la fa lui, ma ahimè, nada de nada. Allora ho invitato gli omosessuali a manifestare la loro disistima verso la politica italiana con la minaccia di astenersi alle prossime elezioni. Non avverrà, ma almeno ho gettato un sasso nello stagno.
Nel suo libro cita anche altri intellettuali gay, che in qualche modo hanno formato la sua attuale identità di omosessuale. C’è qualcuno che ha cambiato in particolar modo la sua prospettiva?
La voce cultura ha molto rilievo nel mio libro, il capitolo " nomi " è un po' la storia della formazione della mia identità. Ci sono quelli che ho amato, che mi hanno insegnato a capire la vita, ma anche quelli che sono stati dalla parte dell'oppressione. Anche alcuni gay.
Ripercorrendo la sua storia, sicuramente va ricordata la sua manifestazione individuale a Mosca nel
C’era ancora Breznev al potere in Urss, ma io, da brava suffragetta, ho sentito che dovevo fare qualcosa che non fossero chiacchiere, ho vissuto un'esperienza indimenticabile, l'ho raccontata nella mia prima autobiografia " Dentro e Fuori" uscita a metà anni '90 ma oggi non più in commercio. E' però una storia che mi piacerebbe ancora raccontare, se qualcuno ha voglia di invitarmi a presentare "Un Omossessuale Normale" prometto che la racconterò con tutti i particolari.
Chi sono oggi gli attivisti omosessuali?
Tutti gli omosessuali, ciascuno a suo modo, è, consciamente o no, un attivista. ma fra i giovani molti non conoscono la nostra storia, io ho avuto la presunzione di raccontarla nel mio libro. Una lotta per la conquista e la difesa della modernità e della democrazia, un mondo nel quale ciascuno possa vivere e realizzare la propria identità.
Marianna Falso
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