Associazione Fondazione LUCIANO MASSIMO CONSOLI

15 maggio 2009

DOCUMENTO POLITICO ROMA PRIDE '09

Nel 1969, a New York, la ribellione nel bar gay allo Stonewall Inn, nel Greenwich Village, fece la storia del movimento lgbtq. La notte del 27 giugno la polizia vi irruppe, come aveva già fatto decine e decine di volte, in maniera prepotente e minacciosa. Al contrario delle altre volte l’ulteriore angheria produsse stavolta una reazione a catena. Sylvia Rivera, transgender, insieme a tante e tanti altri si opposero a questo ulteriore sopruso con tre giorni di scontri, dando inizio a proteste e contestazioni che da New York dilagarono dapprima negli Stati Uniti e poi in tutto il mondo. Oggi la ribellione di Stonewall è universalmente riconosciuta come data di nascita del movimento di liberazione di lesbiche, gay e transgender/transessuali.

A quarant’anni da quella data il RomaPride 2009 ricorda e difende quel momento storico come nostra memoria collettiva, utilizzando i mezzi essenziali e congeniali ad ogni Pride: un corteo pieno di musica, allegria, proposte, liberazione, lotta e creatività unitamente a richieste, rivendicazioni politiche e opposizione verso ogni repressione e ogni negazione del riconoscimento di fondamentali diritti civili. Il Pride è il momento di maggiore visibilità della comunità lgbtq e si pone a coronamento di un’attività politica e sociale quotidiana fatta di relazioni con le istituzioni, le forze politiche e con la società civile, con i media per dare spazio alle richieste di rinnovamento della società. Nel Pride si ritrovano convergenti ed unite, in un corteo pacifico e propositivo, tutte le persone e le soggettività politiche ed associative che si battono per costruire una società inclusiva, laica, aperta, solidale, capace di accogliere le diversità e che rifugga dall’omologazione, rifiutando a gran voce e con convinzione i tentativi di trasformare le singole persone in soggetti identici, immobili, ubbidienti, silenziosi e nascosti.

“Liberi tutti, libere tutte” è lo slogan del RomaPride 2009.

Lesbiche, gay, bisessuali, transgender/transessuali, queer e tante/i donne e uomini libere/i sfileranno a Roma come accade ogni anno sin dal 1994. Il 13 giugno 2009 un corteo forte di idee, libero, gioioso, pacifico, orgoglioso e rivendicativo attraverserà le strade della Capitale. E come sempre il RomaPride sarà di tutti/e coloro che vorranno viverlo con entusiasmo, passione e gioia di vivere, per la piena visibilità delle scelte di vita, che devono essere libere per tutti e tutte.

Al grido di “Liberi tutti, libere tutte” il corteo attraverserà la città con le stesse rivendicazioni degli ultimi anni, che si possono riassumere in Parità, Dignità, Laicità. Queste parole costituiscono l’essenza delle richieste e delle esigenze dei cittadini e delle cittadine lesbiche, gay, bisessuali, transgender/transessuali e queer, ma rappresentano anche le basi di una democrazia libera e matura che, in questo momento storico e politico nel nostro Paese sembrano allontanarsi ogni giorno di più. La completa indifferenza alle istanze e alle necessità della comunità lgbtq, a differenza di altri paesi europei dove i movimenti hanno raggiunto dei traguardi almeno legislativi per le persone lgbtq, per le loro relazioni, per le loro famiglie, per i loro figli e le loro figlie, evidenziano il clima repressivo e clericale dell’Italia e pongono il nostro Paese all’ultimo posto di una classifica che non gli fa onore.

In questa fase della storia italiana, mortificata da un clima di integralismo ideologico, la liberazione riguarda tutte e tutti. Inoltre ricordiamo anche la legge sulla procreazione assistita, ideologica e incongrua, come del resto ha affermato anche la Corte Costituzionale; le scelte del governo rispetto ai temi etici, arretrate e spinte dall’idea di una morale unica di Stato, così come si prospetta ultimamente con la legge sul testamento biologico, che vorrebbe imporre a tutti come morire. Ma anche gli interventi sulla sicurezza non sono degni di un Paese responsabile, solidale e pluralistico, dunque libero, nel momento in cui si scelgono le incontrollabili ronde private oppure si imputa a stranieri/e, o in generale a diversi/e di essere fonte e problema delle violenze e delle insicurezze sociali. A favorire talune di queste operazioni è la continua, inopportuna e grave ingerenza politica delle gerarchie vaticane che, forti di una loro presenza trasversale all’interno dei partiti, usano il sentimento religioso per precludere anche la sola discussione di leggi contro l’omofobia, la lesbofobia e la transfobia e per la tutela dei diritti della comunità lgbtq. Si denuncia quindi come la carenza di laicità abbia ricadute negative e talora drammatiche sulle nostre vite.

Per quanto riguarda i diritti sociali, civili e umani la protesta della comunità lgbtq è e sarà vibrante ed irrinunciabile. L’attuale governo è restio a qualsiasi dibattito sui diritti civili e sociali, nonostante il senso comune dei cittadini e delle cittadine stia cambiando in positivo rispetto alle tematiche e alle richieste lgbtq, e sia molto più laico e aperto in generale. I contenuti culturali e conservatori proposti dalla destra su questi temi vengono utilizzati in maniera strumentale e ipocrita: la comunità lgbtq viene spesso accusata di pretendere diritti che non le spettano, di minare alle basi la società civile con la richiesta di riconoscimenti delle coppie omosessuali e di leggi che le tutelino, di insidiare e indebolire la famiglia “naturale” con il riconoscimento delle nuove famiglie, tra cui anche quelle omogenitoriali.

Perdura quindi una colpevole disattenzione legislativa per una grande percentuale di cittadine e cittadini italiani, nonostante le persone lgbtq continuino ad avere le stesse vite e le stesse esigenze.Il messaggio alla politica istituzionale deve essere chiaro: alle posizioni retrograde del Pdl reagiamo fermamente con la nostra protesta. Del resto ribadiamo le nostre critiche al Partito Democratico per le proprie posizioni tiepide ed ambigue sul tema dei diritti civili e sociali. Quindi a tutte le forze politiche indistintamente richiediamo una maggiore attenzione rispetto agli stimoli e alle proposte che provengono dai singoli/e cittadini/e, dalle associazioni, dalle reti e dai movimenti. Il nostro momento unitario di lotta e di visibilità, il Pride, è l’occasione per tutte le forze politiche di prendere una posizione rispetto a temi etici, sociali e civili che non riguardano ormai solo le persone lgbtq ma che investono tutta la cittadinanza.

Il RomaPride 2009 è, da questo punto di vista, il luogo dove hanno cittadinanza i diritti di tutti e tutte, la manifestazione con la massima esposizione dei corpi e delle idee, della libertà, della solidarietà, della varietà di orientamenti sessuali, dell’ identità di genere e della fantastica ricchezza delle differenze etniche, politiche e religiose.

“Liberi tutti, libere tutte” rivendica l’antifascismo, l’antisessismo e l’antirazzismo quali elementi indispensabili e centrali per ogni lotta di liberazione e ribadisce il proprio carattere pacifico e di lotta alla violenza in tutte le sue forme, affermando la sua vocazione contro ogni forma ditotalitarismo, sia esso teocratico, economico, politico o sociale. Il RomaPride 2009 ribadisce anche la propria incontestabile ed ineluttabile affinità con le rivendicazioni del movimento femminista riaffermando che il destino di una società progressista ed evoluta passa anche attraverso l’autodeterminazione delle donne e la piena cittadinanza delle persone lesbiche, gay, bisessuali, transgender/transessuali e queer.Il RomaPride 2009, con la sua marcia pacifica, è una forma di autodifesa per ogni lesbica, gay, bisessuale, transgender/transessuale e queer dall’omofobia, dalla lesbofobia e dalla transfobia, così come ribadisce la sua difesa dalla violenza fisica e la denuncia del sistema patriarcale come causa delle violenze contro le donne, i minori, i disabili, le lesbiche, i gay e le persone transgender/transessuali.

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