Associazione Fondazione LUCIANO MASSIMO CONSOLI

10 luglio 2025

Da Le RADICI DELL'ORGOGLIO Lo strano caso di Agostina Meravigli, detta D'Artagnan - Capitolo III

L'aspetto della camera da letto della morta - La fotografia con dedica a D'Artagnan - Antonietta, la figlioccia giovane e carina - I primi fermi - Le prime ipotesi

lug 9




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Non sono solo le contraddizioni dell'amica della morte a generare dubbi e sospetti in coloro che sono presenti sulla scena del delitto.

In quelle ore drammatiche, c'è qualcosa di strano che aleggia nell'appartamento dei coniugi Scala. Poliziotti e giornalisti avvertono che c'è un che di inspiegabile comportamento nei protagonisti di questa vicenda: è palpabile come una reticenza, come un impaccio, se non una preoccupazione, sia da parte della Buonporto, che dei coniugi Scala.

Sono due cronisti presenti sulla scena del delitto a percepirla per primi ea formulare le domande giuste per farla affiorare. I dovuto, infatti, nell'ispezionare la stanza in cui le due donne convivono e dove è stato composto il corpo della vittima – «una cameretta da zitellone, con due letti in finta noce, un comodino, un'immagine del Sacro Cuore, eccetera» ¹ –, non possono fare a meno di notare che

La stanza della morta era semplice, quasi nuda, disadorna, una stanza impersonale, insomma, come può abitarvi chi non ama la casa: un uomo che ha da pensare a tutt'altra cosa o una donna, perché questo era il caso, per la quale la casa non è il fulcro intorno [a cui] si svolge l'esistenza. ²

Se non fosse sufficiente la scarsa femminilità e civetteria dell'ambiente, ciò che maggiormente attira l'attenzione degli astanti è una fotografia posta su un comò, che ritrae una bella e florida ragazza, con in calce una dedica: «Al suo D'Artagnan. Antonietta».

Le domande allora iniziano ad essere meno sfumate, più dirette e insistenti.

Si scopre che la Meravigli ha una figlioccia, una giovane ragazza di 28 anni di nome Antonietta Blendig (a seconda delle testate si trovano varianti del cognome come Blendich, o Bledic), originaria del Friuli.

Di lei scrive, ad esempio, il cronista di «L'Unità»:

Nel corso delle indagini è emerso un elemento preziosissimo: la vittima aveva una nipote (sic!), giovane e carina, che si era fidanzata con un carabiniere. La zia però si era dimostrata da sempre contraria alla relazione dei due e pochi giorni fa aveva intimato alla nipote di non frequentare più il giovane pretendente. È opinione della polizia che l'assassino sia appunto il carabiniere respinto. ³

Che la ragazza possa avere un peso specifico importante in questa vicenda lo dimostra il fatto che il giornalista punti, con ingenua e immotivata credenze, a un'immediata conclusione della vicenda, tanto da terminare il suo pezzo con la frase:

Alle ore tre di stamane una jeep della Mobile è partita per arrestare il colpevole. 

Anche il cronista di «Il Messaggero» in chiusura del proprio articolo cita la ragazza tracciando le prime mosse a caldo degli inquirenti:

Le indagini del grave e misterioso fatto sono state avocate a sé direttamente dal Capo della Squadra Mobile dott. Barranco, che incaricava il dott. Morlacchi di interrogare sia il borsaro nero, sia la Buonporto, sia la figlioccia della vittima Antonietta Bledig (sic!) abitante alla Pensione Casanostra in via Spallanzani 44. 

Per coloro che con la lettura dei quotidiani si stanno appassionando alla vicenda della fruttivendola uccisa sulla soglia di casa, la natura del rapporto esistente tra Agostina Meravigli e la giovane Antonietta inizia ad essere profilato con maggiore chiarezza nei giornali del lunedì.

Scrive «Il Messaggero» del 9 febbraio:

Dichiarazioni molto interessanti ha anche reso al Capo della Mobile dottor Barranco, che segue personalmente le indagini, la giovane Antonietta Bledic, che venne a Roma nel 1937 da Napoli, dove faceva la bambinaia. La giovane fu assunta come domestica in casa del fratello dell'ex ambasciatore Rocco in via Savoia. Qui essa conobbe la Meraviglia con la quale entrò in affettuosa amicizia. La Blendic (sic!) successivamente si fidanzò con un militare che essa asserisce di non ricordare se fosse un carabiniere o un granatiere. Il militare ebbe con lei rapporti intimi e quindi partì per la guerra e non se ne seppe più nulla. Ma le dichiarazioni della Bledic non appaiono molto convincenti alla Mobile i cui funzionari sono piuttosto perplessi su certi lati dell'oscura vicenda. Dopo l'interrogatorio che la Bledic ha reso ancora stanotte, il dott. Barranco ritiene che i movimenti del delitto possano ricercarsi in rapporti anormali che coltivava la donna assassinata. Non è improbabile che mandante e esecutore materiale del delitto possano trovarsi in certi singoli ambienti di donne dai costumi piuttosto anormali.



Seguendo la regola che se viene uccisa una persona omosessuale il responsabile deve essere cercato nei «singolari ambienti» da questa frequentati  , l'articolista si lancia in una spericolata teoria:

Né è escluso – secondo quanto insegna un'esperienza che la Polizia ha potuto raccogliere di delitti nati in ambienti moralmente tarati di questa specie – che l'assassino sia piuttosto una donna che si travestì con vestiti maschili per non essere facilmente identificata. L'oscura e singolare natura di questo delitto fa credere che ci si possa trovare di fronte ad un caso simile.

Il quotidiano torinese del pomeriggio «Stampa Sera», che riporta per la prima volta la vicenda con un trafiletto in prima pagina, aggiunge qualche ulteriore dettaglio:

La polizia ha fermato e lungamente interrogato una figlioccia dell'uccisa, la ventottenne Antonietta Bendic (sic!), da Cividale del Friuli, che da alcuni anni era divenuta «amica» della Meraviglia (sic!). Da qualche tempo la ragazza viveva in una lussuosa pensione, le cui spese pagava puntualmente, senza che nessuno riuscisse a capire in quale modo essa si procurasse il denaro necessario. La polizia ritiene che fosse la Meraviglia a fornire di denaro alla sua amica e che l'assassino possa essere un amante della ragazza che si sia voluto vendicare della Meraviglia, la quale costituiva un ostacolo al suo amore.

Al di là di ciò che scrivono i giornali – ognuno con ipotesi, supposizioni e interpretazioni arbitrarie delle informazioni che trapelano dal commissariato Salario dove il Buonporto e la Blendig sono trattenute per essere interrogate, è il caso di fissare qualche elemento che possiamo ritenere certo.

Agostina Meravigli è una donna lesbica, come di lì a qualche giorno verrà chiaramente ribadito da un articolo del settimanale «Cronaca nera»:

Con quel suo aspetto energico e deciso, quei suoi modi autoritari e sicuri, quel suo gusto spiccatissimo per gli abiti di taglio maschile, la grossa voce, i capelli corti rasati sulla nuca, era quel che tutti hanno ormai capito. 

Inoltre, non ci vorrà molto a comprendere che il “D'Artagnan” della dedica di Antonietta è proprio Agostina, con la quale la ragazza ha una relazione intima e sentimentale, che è nota sia alla Buonporto, che ai coniugi Sala.

Negli oggetti che la polizia sequestra la notte dell'omicidio nella stanza da letto condiviso da Agostina e Luisa, c'è anche una fotografia che ritrae le due assieme a Antonietta, sedute sul bordo di una fontana.

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(Il prossimo capitolo sarà pubblicato il 16 luglio)

1

Anonimo, Hanno ucciso D'Artagnan , su «Cronaca Nera», Anno IV, nr. 7 del 14 febbraio 1948, pag. 1.

2

Ivi.

3

Anonimo, Freddata sulla soglia di casa da un giovane in divisa militare , su «L'Unità» dell'8 febbraio 1948.

4

Ivi.

5

Anonimo, Una negoziante di frutta uccisa a rivolterate da uno sconosciuto che l'aveva seguita a casa , su «Il Messaggero» dell'8 febbraio 1948.

6

È la ragione per cui la maggior parte degli articoli che compaiono sulla stampa popolare in cui si parla di retate in luoghi all'aperto e irruzioni nel caso in cui private frequentate da omosessuali siano a seguito di un omicidio. La prassi era quella di cercare il colpevole nel “giro” della vittima. Questo è il motivo per cui la maggior parte dei delitti rimanevano insoluti. Come si può leggere nell'occhiello dall'articolo riprodotto qui sotto recuperato nella cronaca milanese del quotidiano politico «Avanti!» del 16 novembre 1946, il provvedimento di polizia scatta dopo un delitto, quello dell'ex ferroviere Vonchia.

Per questi omicidi di omosessuali è stato coniato il neologismo “omocidi” dall'attivista Massimo Consoli, ad essi lo studioso Andrea Pini ha dedicato una ricerca e un saggio intitolato Omocidi. Gli omosessuali uccisi in Italia , Roma, Stampa Alternativa, 2002.

7

Anonimo, Hanno ucciso D'Artagnan , su «Cronaca Nera», Anno IV, nr. 7 del 14 febbraio 1948, pag. 1.




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