Associazione Fondazione LUCIANO MASSIMO CONSOLI

11 giugno 2018

Un bel Pride...

 ... quello di Roma 2018: tanta gente, tanti bei poliziotti, tante associazioni, tanti arcobaleni, pure i calzini, tanti cartelli, tanti sorrisi, tanti selfie, tante foto e filmati, tanta musica, canti e balli,  tanto di tutto e di tutti.
Insomma una sfilata del Gay Pride da riempire di gaya gioia non solo i partecipanti ma sopratutto gli organizzatori della logistica.

Peccato che una volta arrivati a Piazza Venezia a fine corteo,  cercando di andarcene a cercare una bevanda fresca e un taxi a 200 metri di lì con la bandiera addosso come avevamo marciato per tutto il percorso, ci siamo visti bloccare l'uscita.

Quello che ci ha bloccato era un tizio in borghese che non si è neanche qualificato,  con accanto un paio di marcantoni in assetto antisommossa che bloccavano interamente impedendo il passaggio non solo a noi.
Incredibile: quello in borghese ha preteso di impedire  a Claudio Maria Mori di uscire asserendo che non poteva andare sulla piazza avvolto nella bandiera arcobaleno della Fondazione Luciano Massimo Consoli.
 All'inizio gli ho chiesto se scherzasse ma mi ha risposto serissimo che "ubbidiva solo agli ordini". Ovviamente  gli ho chiesto: " ordini di chi ?" e ovviamente non mi ha risposto, però il marcantonio in divisa ha cominciato a spintonarmi, per dividerci,  mentre Claudio  chiariva con la sua potente voce che la bandiera di dosso non se la sarebbe levata di certo per proseguire a piedi in piazza Venezia.
Ha fatto presente a gran voce a quello in borghese, che sembrava a capo del blocco, che stava impedendo pure  a un handicappato grave di poter accedere liberamente a servizi di cui aveva urgente bisogno e che non potevano essere sostituiti da cessi chimici inadeguati e sopra tutto irraggiungibili data la folla..
 Mi sono preoccupata, perché mi son resa conto che in pratica eravamo sotto sequestro da parte di costoro, chiusi in un ghetto, da cui avremmo potuto uscire solo senza le nostre insegne !
Assurdo e intollerabile. Ero assolutamente indignata, perché era in atto una palese dimostrazione di omofobia, applicataci dalle forze dell'ordine addirittura alla fine del corteo del Gay Pride...
 Così ho deciso di informare la gente intorno di quanto ci stavano facendo ed ho usato la mia voce  potente e ben impostata, in grado di superare anche il baccano, per avvisare la gente intorno di cosa  ci stavano facendo, mentre rimediavo parecchi spintoni.

Mi sarei aspettata almeno un minimo di reazione, di solidarietà da chi era lì invece ... nulla di nulla, nessuno che si sia preoccupato minimamente di chiedere che ci succedeva, tutti a testa bassa rinfoderavano le loro bandiere e si precipitavano a uscire, o si giravano dall'altra parte.
Uno spettacolo vergognoso, altro che:  per quanto riguardava quella gente avrebbero potuto arrestarci o ammazzarci lì sul posto e non ci sarebbe stata alcuna reazione.

Le nostre grida hanno almeno attirato un superiore di costoro che si è reso conto che non avremmo ceduto di un millimetro sulla questione  e ci ha concesso di uscire, Claudio avvolto nella bandiera, fino a raggiungere un taxi per andarcene.

Ma certamente non siamo rimasti zitti sull'accaduto e attraverso i social la vicenda è arrivata a tutti gli organizzatori del Pride, gli stessi che (l'abbiamo scoperto oggi) avevano scacciato dal corteo i rappresentanti di Gay Lib, da sempre tra i promotori del Gay Pride, i quali non sono stati zitti giustamente neanche loro e che hanno ricevuto la nostra solidarietà.

Ecco qui poi un esempio piccolo piccolo della solidarietà ricevuta da Claudio Maria Mori  da un povero giovane gayo aquilano, già beneficato, che (stra)parla di moralità..

"Leonardo Dongiovanni mi scrive pubblicamente che... me la sono voluta.
Leggete cosa mi ha scritto.
""Brutta storia, per carità, ma del resto ogni tanto la ruota gira per tutti e benché spero che tu non ti sia agitato troppo e che stia bene -ci tengo a precisarlo-, moralmente secondo me vi sta proprio bene. Potevi dir loro di stare tranquilli, che tanto il ministro dell'interno fascista non mi pare vi dispiacesse troppo. Proprio tu del resto l'altro giorno hai postato anche uno screenshot di Salvini che prendeva le distanze da Fontana. Ripeto. Mi dispiace ma vi sta proprio bene e sono contento di potertelo scrivere! Nella vita a volte bisogna anche saper ammettere che ci si sbaglia e mi dispiace che te lo debba dire uno che ha mezzo secolo in meno di voi. Scusate il disturbo e grazie per l'attenzione.""

Non si finisce mai di imparare o se preferite il peggio non è morto mai.
La lotta continua, contro l'ignoranza, contro la malevolenza, contro la violenza.

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