ALBA MONTORI
RITRATTI STORICI LGBT
Alba Montori è un’attivista, artista, libera pensatore indipendente, ha insegnato storia dell'arte nelle scuole. Nata a Roma
a cura di Sara Zanon
1. Qual è il rapporto tra sfera pubblica e sfera privata per gli omosessuali di oggi e di ieri? Posso parlare di me, personalmente ho sempre lottato contro le etichette. Ho scelto per motivi tecnici, politici, di bandiera di dichiararmi lesbica, però sono contraria ad ogni tipo d'etichetta. Credo di non essere catalogabile, anzi nessuno di noi è catalogabile mai. Siamo persone in evoluzione continua, anche il nostro pensiero e le nostre inclinazioni sessuali, le nostre pulsioni affettive si modificano momento per momento a seconda delle situazioni nelle quali ci troviamo. Può accadere che siamo assolutamente convinti di essere etero e poi ci svegliamo una mattina innamorati persi di una persona del nostro stesso sesso. E' capitato a degli amici miei, a me non è capitato, perché ho avuto un enorme fortuna nella mia vita che sono i miei genitori, i quali non mi hanno etichettato né al maschile, né al femminile. Mi hanno messo a contatto con le mie scelte fin dall'infanzia. Mi hanno insegnato che non bisogna aver paura ad essere come si è, a essere sinceri, anche a costo di essere sgradevoli. Ti faccio un esempio, avevo 16 anni, e ero al telefono che era la centro della stanza comune, con una delle mie amichette preferite e questa mi chiamava in continuazione, mi interrompeva nello studio, allora mia madre mi ha guardato con tranquillità e mi ha detto: “ Sai Alba, io ci starei attente a queste relazioni saffiche, perché possono essere molto difficili da gestire!”
Avevo 16 anni e mia madre era nata nel 1898. Era un'allieva di Maria Montessori. E' stata lei che ha fatto coming out con me. Ho vissuto la mia sessualità molto liberamente, con due grossi problemi. Uno quello delle mie sorelle e dei miei cognati che erano delle persone molto retrograde. L'altro quella del maschile che era in aggressione permanente nei miei confronti, tentativi di violenza ne ho subiti parecchi fin da quando ero piccola. Sapevo come difendermi, grazie ai miei genitori che prima mi hanno insegnato a riconoscerli e poi a difendermi. Intorno ai 16 anni avevo sviluppato una profonda avversione per tutto ciò che era maschile. Avevo iniziato a castigarli, mi divertivo a trattare male i maschi, mentre con le ragazze avevo un canale preferenziale. Non mi ponevo la questione se ero maschio o se ero femmina, se ero lesbica o se ero gay. E' un errore scegliere di appartenere ad una specie o ad una sotto-specie , perché poi scopri all'improvviso che non sei parte, neanche di quella specie e questo crea qualche difficoltà di sopravvivenza. Le mie discussioni con il mio amico Peter Boom hanno ispirato la famosa teoria della Pansessualità. Adesso sono al di là del bene e del male, dopo una vita molto attiva sessualmente. Sono arrivata alla mia età a non interessarmi alla sessualità, sono fuori dai giochi, non mi interessa neanche a livello mentale. Mi interessa come questione, perché la sessualità condiziona la gente, a me non ha mai condizionato per questioni fortuite e fortunate. Gli amori hanno inciso sulla vita delle persone. Sono un animale strano, guardo con occhio benevolo gli sforzi delle persone più giovani per darsi un'identità sessuale, in questo i giovani sprecano energie che potrebbero usare meglio. La società è cambiata rispetto a sessant'anni fa, ci sono dei comportamenti retrogradi. Ad esempio, il tradimento, uno instaura una relazione preferenziale con una persona a prescindere dal sesso, un grande amore, ma se poco poco questa persona mostra di essere interessata, anche solo dal punto di vista visivo, scatta un meccanismo di gelosia che è assolutamente assurdo, perché nessuno può pretendere il possesso di nessuno. Invece, siamo ancora a questo livello. Di fatto due persone scelgono di costruire una famiglia assieme per poi alla prima occasione di spostamento dell'attenzione da un partner ad un altro partner l'unione/matrimonio si sfascia. In realtà l'unione dovrebbe essere tra persone, un atto di solidarietà tra individui. Al massimo puoi aggiungere altre persone, non devi togliere ciò che c'era per metterci qualcosa di diverso. Sono per le famiglie allargate da sempre. Mia madre teneva a freno la gelosia, anche nei confronti dei figli. Io sono nata, quando aveva cinquant'anni. Sono stata allevata per essere una combattente. Anche mio padre aveva cinquant'anni più di me. Questo ha inciso sulla mia formazione. Sono solitaria e socievole al tempo stesso. Cerco sempre persone che siano sincere.
2. Come attivista cosa ne pensa di questa affermazione: uguali nella differenza, differenti nell’uguaglianza? Prima di diventare uguali nelle differenze ci vorrà ancora parecchio, anche perché la maggior parte delle persone non sa distinguere tra quello che è suo e quello che è di altri. Finché ci limitiamo alle questioni teoriche, tipo appoggiare la Costituzione italiana, va tutto bene, ma al lato pratico, politicamente parlando, siccome trovo difficoltà cerco di aggirarle o faccio finta che non ci siano. Mi accontento di quel poco che siamo riusciti ad ottenere. La questione delle famiglie arcobaleno è una questione ridicola e controproducente. Ogni famiglia è diversa dall'altra, esattamente come ogni persona, non solo ogni persona è diversa momento per momento è diversa da come era precedentemente. Voler distinguere tra le famiglie lo trovo poco utile, ovvero se tu sei convinto che il tuo diritto è ottenere un certo tipo di situazione te la prendi. Te la devi prendere, perché non te la darà mai nessuno. I diritti in quanto tali hanno una caratteristica, fanno parte delle persone. Il diritto all'identità personale è un diritto che non devo aspettare che me lo dia il Presidente della Repubblica o il magistrato. Ce l'ho a prescindere e i diritti umani ce li ho, perché sono un essere umano. Se qualcuno mi nega qualcuno di questi diritti cercherò di combatterlo, ovviamente con armi non violente. La difficoltà è lì. Non sono io che mi devo preoccupare di affermare che ho dei diritti, sono gli altri che si devono preoccupare che me li vogliono togliere, perché io ce li ho. La maggior parte degli attivisti continua a battere sulla questione che bisogna essere accettati, che bisogna ottenere delle garanzie. Non dobbiamo ottenere, noi abbiamo già tutto ciò, sono gli altri che la devono piantare di negarceli. Dobbiamo trovare il sistema per impedirglielo. Ritorna nelle mie riflessioni la questione del matrimonio, era il 1965 quando ho iniziato ad occuparmene. Avevo deciso che siccome il pianeta era sovrappopolato e le risorse più di quelle non potevano esserci, dovevamo fare in modo che anziché fare tanti bambini, sarebbe stato meglio allevare quelli che c'erano. C'era la possibilità di non farli, nel 1964 fu fondata l'Aied (associazione italiana educazione demografica) per una procreazione responsabile, ovvero decidere se e come e quando mettere al mondo degli altri esseri umani. L'uso dei mezzi anticoncezionali svincolava la sessualità dalla procreazione. Fu una rivoluzione epocale, poco capita dagli esseri umani e avversata dalle religioni monoteiste, perché nella procreazione le religioni vedono un laboratorio fantastico di adepti : “Bisognava fare tanti agnellini per Dio”. Ho fatto in tutte le maniere, perché la gente non facesse tanti agnellini senza che lo desiderasse. Attivista subito degli anticoncezionali. Casa mia era diventata una specie di consultorio. Casualmente mia madre si ritrovò a 64 anni a dover abortire con me non fece parola. Io l'affrontai e le dissi che le avrei evitato questa brutta esperienza se ne avessimo parlato prima. Si instaurò un rapporto speciale con mia madre. Mi disse: “Tu sei la madre e io la figlia”. Della procreazione i maschi non se ne preoccupavano non era una questione d'interesse per loro. Questo mi creava irritazione e disprezzo nei confronti del maschile che poi si esprimevo in altre forme. Maltrattamenti veri e propri. Mi difendevo e difendevo gli altri. Una costante nella mia vita. Fin da bambina difendevo i mie amichetti gay, trattati con epiteti offensivi. Questo il maschile. Il Femminile, invece, è poco femminista, il femminismo prevede che si aiutino le altre donne, mentre attualmente si evolve a situazioni in cui non si rispetta la volontà delle altre donne. Sulla GPA ad esempio:“ Io del mio utero faccio ciò che mi pare, se posso aiutare qualcuno ad avere un figlio che sia maschio o femmina e non può farlo da solo, lo aiuto. Non si capisce perché mi deve essere vietato di farlo”. Il mio corpo è mio. Inoltre spazi condivisi e risorse del pianeta scarseggiano, sempre in merito alla procreazione responsabile. Questo è un problema e purtroppo la guerra è il risultato di tutto ciò: si litiga. La pace si costruisce con altri mezzi.
Tornando alla domanda, ho cominciato a fare attivismo perché sono nata e cresciuta libera. Capace di battermi contro i tentativi di privarmi della libertà che dovevo mettere a disposizione di tutti quelli che non erano stati così fortunati: la mia esperienza. Noi siamo animali sociali nella misura in cui siamo in grado di capire che la nostra esistenza è legata a quella degli altri animali, uomini, essere umani e altri animali, mammiferi, vegetali. Il mio dovere era di occuparmi di mettere a disposizione la mia consapevolezza a servizio degli altri. Sono partita dal consultorio anticoncezionale, poi sono passata ad altre cose, alla scuola. Aiutare i giovani a imparare come si fa e quanto è bello studiare, per conoscere e per riflettere e decidere consapevolmente della loro vita.
3. Le espressioni del coraggio umano vengono associate a caratteristiche del mondo animale: “ha il ruggito del leone”, “l’incornata del toro”, perché nell’essere coraggioso c’è qualcosa d’istintivo. Uno studente davanti ad un carro armato in piazza Tienamen, una donna che sorvola l’Atlantico. Una conquista ha bisogno di essere generata e l’evento coraggioso è il miglior fecondatore. Come la comunità LGBTQI affronta e incoraggia l'azione rispetto a certe tematiche e problematiche che si sono poste in questi ultimi anni ? Tipo il matrimonio, l’adozione e in definitiva il diritto di parità di un individuo lgtbq+?
Secondo me non si ha nessuna idea di cosa sia il coraggio. Lo dico con una certa tristezza. Il coraggio non è l'audacia. Io sono una persona audace, anche troppo. L'audacia è spontanea, mentre il coraggio è pensato. Coraggio vuol dire che valuti i pro e i contro e poi scegli. Una volta che hai scelto non ti fai distrarre, continui ad andare avanti fino al risultato.
Il matrimonio paritario per cui sto lottando dal 1970 è un atto d’amore e di fiducia, in un mondo che era molto più crudele di adesso. Oggi ci sono molte false convinzioni, la gente crede di aver capito molte cose, in realtà non è così. La legge Cirinnà ha fallito perché l'autrice non la sentiva come sua. La legge sui Pacs non andava bene per noi , non andava bene per la libertà d'espressione. Quando ero adolescente tutti si volevano sposare per la procreazione, perché era il modo legale per fare i bambini fare sesso legalmente. Ho pensato: “Perché deve essere una cosa solo degli etero? “Certo per fare un bambino ci vuole un maschile e un femminile. Se vogliono fare un bambino bastano solo dei gameti, tutto il resto è un'altra cosa. Il sesso è sesso, l'amore è amore. Il sesso procreativo è diverso dal sesso amoroso. La opportunità della contraccezione ha messo gli esseri umani di fronte alla scelta se fare sesso procreativo o fare sesso amoroso. Sulla questione sesso procreativo o sesso amoroso, ludico, si sono sviluppati conflitti a sfondo religioso. La sharia islamica, ad esempio, prevede e impone che il: sesso è solo per fare figli e i maschi lo fanno solo con le femmine che hanno questo unico scopo. Anche la religione cattolica indirizza l'unione tra umani alla procreazione di altri esseri umani e la gestione di essa da parte del maschile, il ruolo del padre è preminente. Tutte le religioni monoteiste hanno la componente patriarcale, significa sesso procreativo e basta. Il femminismo si batte contro il patriarcato. Io sono contro il patriarcato, mio padre fin da subito mi ha fatto capire la differenza tra un padre padrone e un padre amoroso, amico, compagno, vero e rispettoso della mia identità, come è stato lui con me.
4. Le scoperte solitarie del se’ non sono sempre le migliori, nella loro essenza spesso appaiono pure e durissime, a volte cozzano con i problemi propri della polis, segnando “una distanza tragica” tra io interiore e tu impegnato. Tali scoperte mancano di qualcosa, come il camminare in un giardino esotico senza usufruire dei cinque sensi di cui siamo dotati. La solitudine dei percorsi difficili accentua il desiderio di condivisione? Com’è stato il suo coming out? Esiste un tempo opportuno per farlo?
Io veramente coming out non l'ho fatto mai. Non ho sentito l'esigenza di farlo. Forse posso considerare coming out una situazione particolare che adesso ti racconto. La prima gita che ho fatto da sola, senza genitori, avevo 14 anni stavo in pullman con i miei compagni di liceo. Uno ci provava, allungava un po' le mani e io me lo sono guardato e gli ho detto: “Scusa, ma perché ci provi con me, provaci con le ragazze, no ?!” e lui con gli occhiali di fuori mi ha guardato e ha detto: “ Ma perché tu cosa sei?” Io non gli ho risposto, mi sembrava talmente ovvio che non ero una femmina. Credo di avergli creato un trauma. In famiglia non ho avuto bisogno di farlo, perché lo sapevano tutti. La cosa altrettanto comica è che le mie sorelle e i miei cognati avessero ingoiato l'idea che preferissi le fanciulle e non avessi nessuna intenzione di sposarmi. Per cui una settimana prima di sposarci io e Claudio, ho comunicato a papà che ci sarebbe stata la nostra unione civile, le mie sorelle sono impazzite. Hanno scoperto che questa cosa mandava per aria tutte le loro previsioni: eredità, assegni d'assistenza etc. Quindi hanno visto Claudio come un impiccio. Hanno avuto la reazione che normalmente hanno le sorelle femmine nei confronti del fratello maschio, quando dice che si sposa. Mi avevano accettato come qualcosa di maschile, ma io non sono mai stata maschile. Non ho paura della femminilità, ne’ della mascolinità. Mio padre mi ha insegnato i punti deboli dei maschi. Mia madre, invece, era un'insegnante montessoriana era dalla parte dei poveri e degli oppressi. Il fascismo le ha tolto l'insegnamento. Le mie sorelle sono andate in scuole fasciste, mia madre è diventata una super madre nei loro confronti. Tra me e le mie sorelle c’è sempre stato un rapporto conflittuale. Ho imparato a scappare di casa da piccolissima e giocare con i figli degli zingari. La scuola della strada è eccellente. Crescendo sono diventata amica dei bambini con cui mi picchiavo. Mi sono divertita tanto nella mia infanzia, da adolescente avevo una famiglia sulle spalle da mandare avanti. Mio padre era una creativo poco avvezzo a certe cose. A 15 anni mi sono inventata dei lavori per studiare e per mandare avanti la famiglia. La gente era diversa, era più umana. Attualmente vivo fuori Roma. Roma è diversa da allora.
5. La storia dell’arte di cui è stata a lungo professoressa, la storia della filosofia che ama, la storia della letteratura che segue, con Pasolini in primis, la storia con la S maiuscola che difende oltre la guerra in terra santa, la sua storia personale ritrovano in lei uno sguardo profondo e consapevole, capace di testimoniare e “riciclare” (tecnica artistica da lei tanto amata) verità, a volte invisibili ai più. Il destino da attivista lgbt e l’esperienza storica di “Fuori” sono fatti concreti che non suonano alle porte della coscienza collettiva, ma le sfondano. C’è qualcosa in particolare che vorrebbe dire alle persone che ci leggono, soprattutto a quelle più giovani circa la sua vita e il suo immenso bagaglio d’umanità?
Non bisogna avere paura, bisogna osare sempre. Se vuoi qualcosa devi trovare il modo per riuscire a realizzarla, anche se non riesci a farlo subito. Devi studiare, devi pianificare i modi, ti devi inventare il modo per arrivarci. Devi sapere che se sai progettare bene il tuo percorso arrivi sempre alla fine. La maggior parte dei ragazzi non sa vedere al di là del proprio naso, non solo da oggi, ma magari oggi è più accentuato. Negli anni 50/60 non tutti andavano al liceo e non tutti erano considerati classe dirigente. Io ho rifiutato di far parte della classe dirigente, avrei potuto, ma non mi piaceva. Mi sono iscritta molto tardi all'università, il corso di laurea trattava temi che mi interessavano e mi piaceva il professore, ma lui poi è scappato da Roma, nel frattempo mi sono beccata il morbillo, avevo 31 anni e ho rischiato di morire. L'ho considerato un segno del destino e ho abbandonato l'ipotesi università. Per fare quello che volevo fare, lo spazio che avevo a disposizione tra scuola e politica mi bastava. Non ero tagliata per fare il dirigente. Non sono un “yes, man”. Ho partecipato ad un concorso per insegnare all'estero e la commissione è stata ore a discutere il responso dell'esame, perchè i miei trascorsi politici erano tali che mi mettevano nella posizione di essere rifiutata. Andavo benissimo dal punto di vista didattico e culturale, non da quello politico. Mi hanno detto papale, papale che ero una “persona pericolosa”. Sono sempre stata non violenta, il pericolo in questione era il fatto che ero stata per anni tra gli attivisti del partito radicale che notoriamente non è un partito violento. Bisogna avere le idee chiare, bisogna informarsi e poi arrivare allo scopo. Mio marito rimase sorpreso quando andai in pensione, molto giovane e dissi: “Claudio io ho lavorato perché volevo costruirmi un minimo di sopravvivenza per potermi creare quello che voglio. Perché voglio fare arte, senza dover rendere conto a nessuno.” Ho dato tanto alla scuola, ma è stato molto faticoso, soprattutto gli ultimi 10 anni. Poi quando sono andata in pensione Claudio ed io abbiamo creato a Roma il primo B&B dichiaratamente gay, primo a livello europeo, il "GAYOPEN" . E' stato il veicolo con il E' stato il veicolo con il quale ho potuto diffondere il concetto già presente dal 1948 nella Costituzione Italiana, che se due persone vogliono mettere su famiglia, riconosciuta dallo Stato, devono poterlo fare liberamente. L'assurdo è che tutti gli altri Paesi (non islamisti) così sono riusciti ad avere il matrimonio paritario, e l'Italia ancora no. Gli attivisti italiani si accontentano. Ma io sono stanca di andare in piazza a farmi un mazzo per gente che non è in grado di apprezzarlo. Tu inizi un percorso poi alla mia età ti aspetti che qualcun' altro lo continui, vada avanti, non si sieda sugli allori. Invece a quanto pare essere omosessuali impegnati oggi significa fare vedere delle cose che poi in realtà non ci sono e questo mi disturba. Prima o poi scopriranno che non va bene, come l’aborto che era un diritto acquisito. La gente reazionaria esiste e bisogna convincerla a diventare meno reazionaria e più rispettosa dei diritti altrui. Non si vuole obbligare nessuno a fare ciò che non vuole e viceversa. Ma i miei diritti naturali non vanno cancellati o stravolti.
Sulla questione dell'unione civile e soprattutto della stepchild adoption i parlamentari M5S si sono fatti fregare dai renziani che sono riusciti a trasformare qualcosa di bello e rivoluzionario in qualcosa di squallidamente burocratico con gran gioia delle destre. Il risultato comunque non solo non mi soddisfa affatto, ma credo che non soddisfi nessuno anche se in molti hanno cercato di farselo piacere e dire che era una vittoria. Del resto ho notato da sempre che se non si è personalmente coinvolti in quel che si vuol realizzare difficilmente si riesce a realizzarlo: perché solo il personale è politico, ovvero non si è motivati ad agire finché non ci si trova nella necessità di farlo perché ciò che vuoi affermare viene negato.
Il Papa ti ricorda semplicemente che il cattolicesimo ha alla base certi principi. Ma a differenza che nell'islamismo ( dove lo sei per sempre) dal cattolicesimo si può “uscire” con lo "sbattezzo" divenendo apostata come ho fatto io.. Ma ringrazio mia madre che mi ha mandato a studiare catechismo da bambina. E' stato appassionante e illuminante, tanto che ho approfondito anche studi teologici prima di decidere che non volevo alcuna religione. Purtroppo la maggior parte di chi ritiene di essere cattolico non ne conosce le caratteristiche e lo pratica in modo acritico, come capita con la massima parte delle religioni, a cominciare da quelle monoteiste. Quanto al papa Bergoglio lui fa il suo mestiere di papa egregiamente, continuando a dare risposte ovvie e sempre repressive come "pensiero della chiesa cattolica apostolica romana".
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